“Uno dei problemi più delicati affrontati durante la pandemia è stata la decisione sulla tipologia dei provvedimenti da adottare e sulle modalità procedimentali con cui adottarli per introdurre misure di contenimento del contagio nella consapevolezza che una pandemia così severa rischia di alterare in modo significativo l’equilibrio fra i diversi poteri dello Stato, rischiando di mettere a dura prova la solidità stessa del sistema democratico”.
Lo ha detto l’ex premier Giuseppe Conte durante una lectio magistralis all’Università di Firenze.
“Non entro ovviamente nel merito del dibattito che si è svolto qui da noi in Italia ma anche in altri paesi, a cui hanno partecipato illustri costituzionalisti – ha aggiunto Conte -. Osservo solo che abbiamo dovuto costruire un percorso che potesse consentire all’esecutivo di adottare ogni misura di contenimento idonea a fronteggiare la repentina evoluzione della situazione epidemiologica coinvolgimento costantemente il Parlamento”.
“Non abbiamo mai preso in considerazione la possibilità di esercitare il potere sostitutivo dello Stato anche per un indirizzo squisitamente politico – ha proseguito Conte -. Abbiamo preferito coltivare un costante dialogo con le autorità territoriali pur fra varie difficoltà e momenti critici nella convinzione che il coinvolgimento dei vari attori istituzionali in una prospettiva di leale collaborazione ci avrebbe garantito una maggiore coesione nazionale, una più solida tenuta delle comunità di riferimento”.