“La qualità delle prestazioni sanitarie in Friuli Venezia Giulia è peggiorata”. A parlare è Anna Gritti, presidente dell’Associazione di tutela diritti del Malato della provincia di Udine.
Presidente, dal suo osservatorio privilegiato come giudica le prestazioni sanitarie nel suo territorio?
“Purtroppo bisogna riconoscere che, negli ultimi anni, si è verificato un lento ed inesorabile peggioramento. Un tempo eravamo un territorio con una sanità di eccellenza ma adesso non è più così”.
In che senso?
“Le faccio un esempio concreto. Molti friulani si rivolgono alla sanità del Veneto per accedere più velocemente a visite di controllo o ad accertamenti diagnostici per i quali avrebbero dovuto attendere molto tempo. Come associazione impegnata sul campo siamo consapevoli di questo peggioramento della situazione. Le segnalo il problema della carenza di personale sia negli ospedali più che grandi che nei piccoli nosocomi”.
Secondo lei sarebbe opportuno tornare ad una centralizzazione della Sanità pubblica?
“Non è questione di centralizzare la sanità o di lasciare più autonomia alle Regioni. A mio modesto parere il problema va posto in altri termini”.
Quali?
“Bisogna fare in modo che la sanità sia gestita da persone competenti che conoscono già i meccanismi di questo universo complesso e le difficoltà che si possono evidenziare. Non si può mettere a capo del servizio una persona che non si è mai occupata di questo.
A suo modo di vedere la “malasanità” è solo colpa dei camici bianchi?
“Vede come esponente di vertice di un’associazione impegnata da tempo nel campo della sanità sono portata a distinguere le varie ipotesi. L’operatore sanitario è un essere umano e, come tale, fallibile. L’errore, per quanto grave, è una eventualità. Ma quando ciò avviene bisogna andare a vedere anche in che condizioni i professionisti si trovano ad operare. Anche la cattiva gestione ha un suo peso specifico…”.