I Centri di assistenza fiscale sono ad un passo dal non potere più assicurare prestazioni di welfare ai cittadini.
Da tempo sono stati investiti da nuove mansioni ma non ricevono compensi per tutte le pratiche che devono seguire. A rilanciare la difficile situazione dei patronati sono le associazioni di categoria che ricordano come il loro ruolo sia diventato sempre più complicato e insostituibile nell’anno della pandemia con la gestione di milioni di pratiche. Complessivamente servono 56 milioni per ridare ai Caf la possibilità di mantenere testa ad una situazione al limite del collasso. Quello dei Patronati fa parte di una attesa riforma che riesca a conciliare la crescita, il lavoro e la coesione sociale.
A scendere in campo con una proposta è la Confederazione nazionale degli artigiani che indica una strada: quella dove titolari e dipendenti sono davvero “nella stessa barca”. A parlarne è il presidente nazionale della Cna, Daniele Vaccarino nell’incontro con il ministro del Welfare Andrea Orlando. Scendendo nell’analisi delle singole proposte della Confederazione Vaccarino ha sottolineato come il blocco dei licenziamenti e la sua eventuale prosecuzione vanno accompagnati da ulteriori settimane di integrazione salariale e dallo stanziamento delle relative risorse. Inoltre per gli artigiani occorre modificare “l’inammissibile disparità” di trattamento prevista dall’ultima Legge di Bilancio per le imprese che fanno ricorso al Fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato.
Sul tema della riforma degli ammortizzatori sociali, Vaccarino ha ricordato che universalità di tutele non deve significare unicità di strumenti sottolineando che “vanno evitate scelte che vanifichino esperienze positive come quella di Fsba” che ha erogato le prestazioni Covid-19 con grande rapidità ma ha “sofferto il ritardo con cui il ministero ha trasferito i fondi e ancora oggi è in attesa dell’ulteriore tranche di risorse stanziate con il decreto agosto”. Fsba oggi copre circa il 65% delle imprese artigiane e il 90% dei lavoratori del settore ed è “indispensabile un chiaro pronunciamento del legislatore”, ha detto Vaccarino, “per fugare ogni dubbio sull’obbligatorietà dell’iscrizione e del versamento dei contributi al Fondo”.
Sulle politiche attive “è necessario investire sui centri per l’impiego e valorizzare il ruolo che le Agenzie per il lavoro hanno svolto e possono continuare a svolgere, specialmente quelle costituite all’interno delle associazioni di rappresentanza delle imprese”. Vaccarino ha quindi sottolineato l’esigenza di potenziare la formazione continua. Il Fondo Nuove Competenze”, invece, “rappresenta un intervento di assoluto rilievo”, ha sostenuto l’esponente della Cna, “ma è necessario adattarlo anche alle piccole imprese e all’artigianato”.
Sul costo del lavoro, la Confederazione ritiene indispensabile intervenire sul cuneo fiscale e Vaccarino ha chiesto al Ministro Orlando di “scommettere nuovamente sul valore del contratto collettivo attraverso la decontribuzione degli aumenti contrattuali nella prossima tornata di rinnovi”.
Infine il presidente della Cna ha indicato l’esigenza di intervenire sui contratti a tempo determinato tornando ai criteri precedenti il Decreto Dignità ed ha messo in evidenza la situazione “insostenibile” dei patronati.