sabato, 16 Novembre, 2024
Politica

Trump si salva ma la democrazia USA “è fragile”

Il 13 febbraio, con 57 voti favorevoli e 47 contrari, il Senato degli Stati Uniti non è riuscito a condannare Donald Trump per i fatti relativi allo scorso 6 febbraio. L’ex Presidente era stato accusato di aver incitato l’insurrezione condotta verso Capitol Hill, la sede del Congresso USA, da un gruppo di manifestanti pro-Trump attraverso un discorso particolarmente forte poche ore prima dell’assalto. Le manifestazioni hanno causato ingenti danni materiali ma, soprattutto, hanno lasciato un segno indelebile nella storia recente degli Stati Uniti i quali hanno visto violare il tempio della propria democrazia in diretta mondiale. Il secondo processo di impeachment a carico del Tycoon newyorkese si è concluso, come il precedente, con un nulla di fatto in quanto non è stata raggiunta la maggioranza dei 2/3 (67 senatori) necessaria per condannare l’ex presidente, nonostante il voto favorevole di 7 senatori repubblicani.

Inizialmente lo scontro si era fondato sulla costituzionalità del procedimento di impeachment. Da una parte la difesa di Trump sosteneva che fosse incostituzionale procedere contro l’ex Presidente in quanto non più titolare della carica politica con la conseguenza di non poter procedere alla sua destituzione; dall’altra parte l’accusa la quale, invece, sosteneva la costituzionalità del procedimento fondando la propria tesi sul momento in cui le azioni sono state poste in essere e cioè mentre Trump era ancora Presidente.

Riconosciuta la costituzionalità del procedimento lo scontro in Senato è durato solo 5 giorni nonostante l’esito dello stesso fosse, per alcuni, scontato in partenza soprattutto a seguito della mail sottoscritta dall’importante leader dei Senatori repubblicani Mitch McConnel il quale dichiarava di voler votare contro la condanna di Donald Trump. L’esito del processo è divenuto chiaro dopo che i democratici hanno deciso di non presentare testimoni in quanto consapevoli dell’impossibilità di convincere i senatori repubblicani, nonché di allungare troppo i tempi del procedimento con inevitabili conseguenze sui lavori della nuova amministrazione Biden.

Nonostante il voto contrario va comunque rilevata la dichiarazione del Senatore McConnel il quale, dopo il voto, ha dichiarato che “Non c’è dubbio alcuno che il presidente Trump sia praticamente e moralmente responsabile di provocare gli eventi del giorno” sostenendo, inoltre, che Trump risulta ancora penalmente perseguibile dalla magistratura ordinaria.

Immediatamente dopo l’assoluzione l’ex Presidente degli Stati Uniti ha espresso tutta la sua soddisfazione per la sentenza ed ha dichiarato di voler continuare a perseguire il suo progetto, iniziato quattro anni fa, di riportare l’America ad essere grande.

La decisione di McConnel e degli altri Senatori repubblicani che hanno votato contro la condanna di Trump si basa, probabilmente, sulla volontà di non sacrificare colui che tiene ancorata al partito una base elettorale importante, soprattutto in alcune zone del Paese, la quale vede in Donald Trump un punto di riferimento. Ciò principalmente in vista delle prossime elezioni del 2024 ma anche al fine di riconquistare il Congresso alle elezioni di midterm del 2022.

L’obiettivo principale del GOP è quello di mantenere unito il partito in vista delle sfide future ed il Tycoon, con la sua politica, a volte contestata e a volte vincente, appare per ora la base su cui fondare il lungo percorso che porterà ai prossimi appuntamenti elettorali. Il cammino però non è privo di ostacoli. Innanzitutto sarà necessario verificare se vi saranno conseguenze penali per i fatti dello scorso 6 gennaio a carico di Donald Trump e quanto questo inciderà sul consenso della base elettorale a lui fedele. Contestualmente, il Partito Repubblicano dovrà trovare un degno sostituto nel caso in cui l’ex Presidente degli Stati Uniti non dovesse riuscire ad uscire indenne dalle vicende giudiziarie personali. A carico di Trump, infatti, oltre alle accuse per l’incitamento all’assalto di Capitol Hill vi sono anche quelle relative alla telefonata effettuata al governatore della Georgia al quale fu chiesto di sovvertire il risultato delle elezioni in suo favore nonché le accuse di presunte frodi bancarie e assicurative portate avanti dalla procura di New York.

Intanto Biden, all’esito del voto, ha dichiarato che questi tristi ultimi eventi hanno dimostrato che la democrazia è fragile e va difesa sostenendo, inoltre, che la violenza e gli estremismi non devono trovare spazio in America. Il nuovo Presidente ha infine inviato un messaggio importante ricordando che i leader hanno la responsabilità di difendere la verità e di sconfiggere le menzogne. Monito che probabilmente accompagnerà tutto il mandato del nuovo Presidente USA il quale dovrà faticare molto per liberarsi dell’ombra politica del suo rivale, a meno che Trump non paghi le conseguenze delle proprie azioni provocando, indipendentemente da tutto il resto, la propria autoeliminazione.

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