Più ampio sarà il consenso parlamentare più forte sarà il governo che sta per nascere e che ha poco
tempo per recuperare il tempo perso e accelerare sulla riscrittura del PNRR e le riforme collegate.
Lo sforzo che ogni partito deve fare è quello di non porre sul tavolo pregiudiziali o veti su temi che, si sa, non possono trovare il consenso di forze che sono su fronti opposti. Se ognuno rivendica la propria identità arrogandosi il diritto di imporre alcuni argomenti si rischia di paralizzare il governo.
Lo sforzo richiesto da Mattarella è proprio quello di superare gli schieramenti e di guardare alle condizioni di emergenza in cui versa l’Italia e trovare ciò che unisce e non insistere su ciò che divide. Questo significa che nessun partito dovrebbe alzare steccati per impedire il sostegno di altre forze politiche.
Draghi registra tutte le richieste molte delle quali sono incompatibili tra loro. Dovrà quindi puntare ad un accordo su poche importantissime linee di programma su cui tutti , facendo anche piccoli sacrifici di parte, possono convergere e sorvolare, almeno in una prima fase, su altri argomenti su cui una mediazione è pressoché impossibile.
Importante è poter affrontare i prossimi 5-6 mesi con una sostanziale unità di posizioni e rimandare a dopo altri problemi su cui inevitabilmente potrebbero esserci differenziazioni.
Non è facile. E auguriamoci che tutti diano una mano. Draghi è un ottimo mediatore e sa bene qual è il nucleo essenziale delle scelte su cui la fiducia del Parlamento dovrà essere convinta e ampia.