L’Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori (Anief) ha ottenuto da parte del Comitato europeo dei diritti sociali l’accoglimento del reclamo del 2017 che riguarda il precariato. La vicenda ruotava attorno alla discriminazione del personale docente precario dell’istruzione pubblica italiana non inserito nelle Graduatorie a Esaurimento. La denuncia ha riguardato la situazione lavorativa precaria del personale che lavora con contratti a tempo determinato nel settore dell’istruzione pubblica, le cui possibilità di essere assunti a tempo indeterminato, nonostante anni di reiterati contratti a termine, sono praticamente azzerate dal fatto che non beneficiano del trattamento prioritario nelle procedure di assunzione che viene concesso a coloro che sono, invece, presenti in GaE. “Anief fin dalla sua fondazione nel 2018 e’ riuscita a fare approvare dal parlamento italiano delle norme che aprissero queste graduatorie a esaurimento – ha spiegato all’Italpress il presidente Marcello Pacifico -. Il problema e’ nato quando a partire dal 2012-2013 non e’ stato consentito ai precari della scuola italiana e agli insegnanti di inserirsi in questa graduatoria”.
“Da allora si è accumulata una grande massa di precari, stiamo parlando di più di 200 mila docenti, che ogni anno insegnano nelle nostre scuole, ma nei loro confronti lo Stato abusa nei contratti a termine. Nel 2014 i legali in convenzione con Anief avevano vinto in corte di giustizia europea, con la sentenza Mascolo, un ricorso che andava a denunciare l’illegittimità delle norme italiane che escludevano la stabilizzazione dei precari della scuola e oggi dopo sei anni, ancora una volta, un organo dell’Europa, in questo caso il comitato sociale, va a denunciare la violazione della carta sociale europea, cioè il fatto che ci sono degli insegnanti che hanno avuta lesa la loro dignità e non sono liberi potere svolgere la propria professione, sono discriminati rispetto ad altri colleghi, perché per loro non c’e’ un canale riservato”.
“Questo – ha aggiunto Pacifico – è quanto chiediamo alla politica e al nuovo ministro quando si insedierà, vista la crisi di governo. Bisogna prevedere che gli attuali concorsi straordinari non siano più selettivi e facciano in modo che coloro che hanno almeno 36 mesi possano inserirsi in questo canale parallelo ai concorsi, perché altrimenti insegnano sempre nelle nostre scuole ma non entreranno mai nei ruoli”.
Tra i temi caldi degli ultimi giorni anche la presentazione da parte di Anief dei propri candidati peri Consiglio Superiore Pubblica Istruzione (CSPI): “L’abbiamo fatto perché ci siamo resi conto che questo servizio lo dobbiamo al paese – ha sottolineato il presidente di Anief -. Negli ultimi due anni abbiamo presentato più di 200 richieste di audizioni su diverse norme, disegni di legge e decreti legge”.
“Ultimamente siamo stati chiamati più volte, vogliamo mettere a disposizione del paese questa esperienza che abbiamo maturato. I consiglieri che sono candidati nelle liste Anief quando si voterà il 13 aprile porteranno questo metodo di approccio e bagaglio di esperienza. Abbiamo presentato liste per il personale Ata, per il personale docente ma anche per le minoranze slovene, tedesco e valdostane. E’ qualcosa che servirà per poter dialogare con gli atti che l’amministrazione scolastica vorrà approvare, prima ancora di essere emessi”, ha concluso Pacifico.