Secondo Confindustria Alberghi, sono oltre 17 miliardi di fatturato quelli che mancano all’appello quest’anno per un comparto che ha iniziato sin dai primi di febbraio a soffrire una crisi senza sosta.
Un dato drammatico determinato dalla riduzione delle presenze italiane ed estere nelle strutture alberghiere del Paese, con una flessione complessiva del 56% rispetto al 2019.
In particolare la componente straniera, che per inciso nel 2019 ha contribuito sul dato totale con oltre la meta’ delle presenze su tutto il territorio nazionale, ha subito una flessione superiore al 70%, con picchi ancora maggiori se si guarda alle sole citta’ d’arte dove oltre l’80% dei turisti internazionali sono mancati nell’annus horribilis del turismo. Assenze che hanno impattato ancor piu’ pesantemente sui fatturati delle imprese.
“Abbiamo davanti a noi almeno altri quattro mesi di grandissima difficolta’ poi speriamo in un inizio di ripresa che comunque non potra’ che essere debole e discontinua – dichiara Maria Carmela Colaiacovo, Vice Presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi. Attendiamo il Decreto Ristori Cinque ricordando che il settore alberghiero non ha potuto beneficiare dei ristori di dicembre previsti per altri settori pur essendo di fatto rimasto bloccato completamente dai limiti imposti dal Lockdown.
Sono necessari interventi proporzionati alle reali perdite di fatturato. Ad oggi i “ristori” sono stati parametrati esclusivamente alle perdite del mese di aprile 2020 sull’anno precedente. Una misura che poteva andar bene nel primo periodo, ma che nel prosieguo ha determinato delle distorsioni nel settore tra gli operatori piu’ o meno attivi in quel mese e comunque ha evidenziato una distanza siderale rispetto alle perdite reali maturate nei successivi 10 mesi”.