Governo e Confindustria, il coraggio che manca nel trovare un accordo per il futuro dell’Italia. Il premier Conte rilancia la sua visione socio economica sostenendo a colpi di aiuti e bonus famiglie, imprese e nuove povertà. Per gli industriali il troppo assistenzialismo arrecherà più danni. Possibile il ritorno al dialogo ma ognuno metta da parte le divisioni che l’Italia reale dei cittadini privi di garanzie economiche non capirebbe.
Non c’è feeling tra la Confindustria di Bonomi e il Governo “giallo-rosso”. Eppure per il premier Giuseppe Conte l’esecutivo ha dato prova di apertura, dialogo, coinvolgimento delle imprese in un progetto di rilancio dell’Italia.
Da parte degli industriali, invece, si sostiene di aver avvertito un distacco progressivo. Malgrado, sottolineano, la volontà di dialogo offerta da Confindustria di trovare una soluzione ai problemi di una crisi che appare inarrestabile verso un futuro indecifrabile. Il Governo dal suo canto lamenta le critiche “ingenerose” degli industriali, mentre per risposta, questi ultimi accusano il premier di non averli mai davvero coinvolti in un dibattito serio sulle cose da fare. A riassumere la insoddisfazione delle aziende è la parte più esposta alla crisi, ai problemi di sostenibilità e di progetti futuri, ossia la piccola Industria “Sono quelle che continuano a tenere in piedi il Paese in questa durissima emergenza pandemica”, osserva polemico il Presidente della Piccola Industria, Carlo Robiglio, che torna a ribadire la mancanza di confronto del Governo verso Confindustria e con le forze produttive sul Recovery Plan.
La rottura era nell’aria, troppe le polemiche e le incomprensioni maturate in questi mesi. Dal punto di vista degli industriali il problema rimane il loro isolamento o mancato coinvolgimento nelle scelte. Per Robiglio, ad esempio, servono politiche connotate da una visione di sistema Paese che, sottolinea: “continuiamo a non vedere”. Politiche, accusano gli industriali, “caratterizzate da sviluppo e non da assistenzialismo”.
Ed è questo il nodo di una crescente tensione tra le parti. Possiamo però anche dire che il Governo ha di fronte scelte complesse ed estremamente delicate. L’esecutivo Conte è sollecitato da tutte le Associazioni di categoria delle piccole imprese, del commercio, degli artigiani, delle partite Iva, dei lavoratori autonomi, tutti chiedono sostegni, maggiori aiuti e incentivi. Stesso discorso sono le richieste presentate dai sindacati che hanno chiesto e ottenuto un nuovo slittamento dei licenziamenti, ed inoltre una estensione degli ammortizzatori sociali sia per gli operai, ma anche per una realtà sociale sommersa e travolta dalla crisi economica. Per Confindustria e autorevoli economisti l’aver assecondato tutte le richieste di associazioni e sindacati, sta provocando un diffuso assistenzialismo da cui sarà estremamente difficile uscire. A dare voce a questo disappunto è ancora il Presidente della Piccola Industria, che sottolinea critico.
“Constatiamo con amarezza ma anche con disappunto, che il governo continua a dibattersi tra anime molto differenti tra loro: da un lato una più assistenzialista e statalista, dall’altro quella che ha maggiore attenzione alla produzione e all’economia”. In uno scenario di crisi di Governo le parole dell’esponente di Confindustria possono essere interpretate come di sfiducia verso il premier Conte, ma è lo stesso Robiglio a mettere da parte questa ipotesi, osservando, non è, dice, “una questione di persone, su cui peraltro non spetta a noi entrare nel merito. La verità è che manca la capacità di comprendere che l’unica strada per trainare il Paese fuori da questa situazione, al di là della pandemia da cui speriamo di uscire quanto prima, è di rafforzarne la credibilità economica e investire sulla base produttiva in chiave di sviluppo”.
Per ora il presidente del Consiglio alle prese con una difficile crisi di Governo difficilissima non risponde, ma conferma ciò che ha espresso di recente, che le critiche di Confindustria sono, “ingenerose”, sottolineando che sulle questioni economiche e sullo sviluppo c’era stato un cammino iniziato assieme già con gli Stati Generali, percorso e sinergia che poi si sono persi. In questi giorni di nuove tensioni la partita si farà più dura e lo scontro farà registrare nuove polemiche.
Sono contrasti magari comprensibili da un lato e dall’altro, ma bisogna pur riflettere sulle mosse perché in mezzo ci sono persone vere che vivono nella realtà non nei comunicati o nelle televisioni. Che siano operai, imprenditori, artigiani o partite Iva, bisogna agire con molta attenzione e sensibilità verso una Italia che ogni giorno affronta problemi enormi. Non bisogna sciupare il desiderio di unità, di ritorno alla normalità e crescita per divisioni che non solo creerebbero ulteriori problemi ma che sono totalmente incomprensibili ai cittadini.