domenica, 17 Novembre, 2024
Società

Famiglie in crisi

La crisi della famiglia spesso sfocia nella violenza o nello stato di indigenza dell’ex marito, sopraffatto dagli oneri di mantenimento.

Federica Anzini

In entrambi i casi siamo di fronte a delle aberrazioni, come ci ha spiegato Federica Anzini, socia fondatrice e presidente dell’Associazione Italiana Mediatori Familiari (A.I.Me.F.), organizzazione professionale senza scopi di lucro, fondata nel 1999, che raggruppa Mediatori Familiari, con una specifica formazione, successiva alla laurea in scienze sociali o del diritto, con competenza nell’ambito del sostegno alle coppie/famiglie in crisi.

Si tratta della prima organizzazione di Mediatori Familiari iscritta nell’elenco delle Associazioni Professionali previsto dall’art.2, comma 7, legge 4/2013 e tiene un elenco nazionale privato dei Mediatori Familiari qualificati consultabile sul sito www.aimef.it.

Dal vostro osservatorio privilegiato ritenete che la crisi della istituzione familiare abbia una qualche incidenza nelle rotture coniugali sempre più frequenti?
“La famiglia quale istituzione e specchio della società in cui viviamo, segue la complessità che ci sta trasformando, soprattutto nelle relazioni interpersonali e nei legami  familiari. Mi sento di poter affermare che le rotture coniugali sempre più frequenti contribuiscono all’interno di questa complessità alla crisi dell’istituzione familiare, sono tra loro interdipendenti e strettamente legate”.

Quanto è  importante la mediazione in ambito familiare?
“La mediazione familiare ha avuto sin dal suo ingresso in Italia (parliamo di oltre 30 anni fa) la capacità e il compito di intercettare la crisi familiare e le conseguenze derivanti dalla fine di una relazione coniugale, in presenza di figli, inserendosi in un ambito extragiudiziale ed indipendente da esso, per favorire e incentivare il dialogo e la collaborazione tra i due genitori che, a seguito della separazione, molto spesso disorientati ed impauriti, temono le conseguenze di una conflittualità che se mal gestita  può  avere effetti negativi sulla vita dei propri figli”.

Concretamente questo cosa comporta?
“Non essere d’accordo  nella separazione è molto frequente, il sistema giuridico si è spesso dimostrato inadeguato soprattutto per le delicate tematiche legate ai rapporti e alle relazioni tra genitori e figli), ed ha inasprito in un’ottica vincitore-perdente, tipica delle cause legali, la relazione tra due genitori che seppur non più coppia coniugale, sono e saranno per sempre i genitori dei propri figli. Ed è  a questo punto che la mediazione familiare interviene, voluta e decisa dalla coppia (ricordo che è  un percorso volontario): cogliendo questa straordinaria opportunità, i genitori in uno spazio neutrale insieme ad un professionista imparziale quale il mediatore familiare,riescono a trovare accordi  sia su un piano pratico organizzativo, sia nel salvaguardare quei legami familiari fondamentali per la crescita dei propri figli”.

Molti papà  separati finiscono alla Caritas pur avendo un lavoro. Non crede che occorra riequilibrare la coppia e riconoscere pari dignità  e oneri?
“In Mediazione Familiare consideriamo sempre  la pari dignità di ogni singolo  genitore, al contrario di quanto spesso accade dopo estenuanti e dolorose cause legali in cui uno dei due  si sente perdente sotto tanti punti di vista, in mediazione familiare questo non può mai accadere: il nostro lavoro è incentrato sulla soddisfazione dei bisogni di entrambi  i partecipanti e dei loro figli”.

Dopo il fallimento del matrimonio quali percorsi si possono consigliare ai coniugi che vogliono instaurare un rapporto civile per il bene dei figli?
“In questo caso la risposta è molto semplice: la mediazione Familiare”.

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