L’equazione perfetta che spiega come il mondo viaggi sempre più verso disuguaglianze esplosive. Se sul pianeta ci sono 8 persone (solo 8) che hanno la ricchezza di metà popolazione del pianeta, accade che ad un Paese povero emergente sono state date 25 (solo 25 di numero) dosi di vaccino. A rivelare questo ultimo dato è l’Organizzazione mondiale per la sanità che mette in guardia i Paesi ricchi dalle disuguaglianze.
“L’approccio ‘prima a me’ ai vaccini COVID-19 da parte di alcuni paesi e produttori sta mettendo a rischio un accesso equo a questi trattamenti salvavita”. A sottolinearlo è il capo dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus che ha espresso un timore fondato. Se vaccini portano speranza ad alcuni, “diventano un altro mattone nel muro della disuguaglianza tra chi ne ha e chi non li ha”. Situazione a cui ha fatto eco il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres che ha sottolineato come i vaccini COVID-19 devono essere un bene pubblico globale, disponibile a tutti, ovunque.
La situazione di disparità per l’esponente dell’Oms è un dramma morale.
“Mentre 39 milioni di dosi”, calcola Tedros Adhanom Ghebreyesus rivolgendosi al comitato esecutivo dell’agenzia, “sono state somministrate in almeno 49 paesi più ricchi, solo 25 dosi sono state somministrate in una nazione a reddito più basso, e non 25 milioni, o 25 mila ma solo 25!”. Una situazione incredibile che è stata rimarcata con grande forza. “Devo essere schietto”, ha esordito Tredos, “il mondo è sull’orlo di un catastrofico fallimento morale e il prezzo di questo fallimento sarà pagato con vite e mezzi di sussistenza nei paesi più poveri del mondo”. In questo scenario ritornano in mente le parole e il monito di Papa Francesco sul dare a tutti il vaccino senza egoismi. La possibilità di garanzia che tutti i paesi abbiano accesso a qualsiasi vaccino COVID-19 si chiama COVAX Facility. Finora ha assicurato due miliardi di dosi, con un miliardo in più in cantiere, e le consegne dovrebbero iniziare il mese prossimo. Ma finora questa iniziativa di uguaglianza è stata aggirata con le case produttrici che danno priorità agli accordi bilaterali. Un metodo sospetto, “facendo salire i prezzi e tentando di saltare in prima fila. Questo è sbagliato”, sottolinea Tedros.
L’aggiramento delle regole potrebbe ritardare le consegne di COVAX e creare esattamente lo scenario per cui COVAX è stato progettato, “per evitare”, ricorda il capo dell’Oms, “con l’accaparramento, un mercato caotico, una risposta non coordinata e continui sconvolgimenti sociali ed economici”. Non considerare i Paesi più poveri mette a rischio le persone più vulnerabili del mondo. Un atteggiamento controproducente. Ora l’obiettivo è cambiare le regole del gioco perché l’equità del vaccino ha anche vantaggi economici.
Tedros ha esortato i paesi a “lavorare insieme in solidarietà” per garantire la vaccinazione di tutti gli operatori sanitari e degli anziani a maggior rischio in tutto il mondo sia completato entro i primi 100 giorni dell’anno. Un obiettivo possibile a partire da un appello alla trasparenza per tutti i contratti bilaterali tra i paesi e COVAX, compresi i volumi, i prezzi e le date di consegna.
“Chiediamo a questi paesi”, ha sollecitato l’esponente della Organizzazione mondiale per la sanità, “di dare una priorità molto maggiore al posto di COVAX in coda e di condividere le proprie dosi con COVAX, soprattutto una volta che hanno vaccinato i propri operatori sanitari e le popolazioni più anziane, in modo che altri paesi possano fare lo stesso”.
“La mia sfida a tutti gli Stati membri è garantire”, ha concluso il capo dell’Oms, “che prima dell’arrivo della Giornata mondiale della salute, il 7 aprile, i vaccini COVID-19 vengano somministrati in tutti i paesi, come simbolo di speranza per superare sia la pandemia che le disuguaglianze che si trovano alla radice di tante sfide sanitarie globali spero che questo si realizzi”.