Vigilia di vacanze tormentate e amare per il Movimento Cinque stelle.
In sole 36 ore, ha incassato al Senato, due fragorosi ceffoni, quelli che farebbero stramazzare anche un peso massimo.
Ieri, chini all’obbedienza della stabilità, hanno dovuto votare la fiducia sul Decreto Sicurezza Bis, voluto da Salvini, ma contestato e detestato da un’area del Movimento e da parti significative del mondo cattolico e delle forze sociali; oggi una scontata, ma disastrosa sconfitta sulla sua mozione per bloccare i cantieri della Tav, con un no che ha messo insieme uno schieramento vasto dalla stessa Lega al Pd, in altri tempi, meno precari e nevrotici degli attuali, quanto è avvenuto costituirebbe di per se motivo per una crisi di governo; oggi, è tutto ancora da capire anche se è evidente come la sequela degli ultimi eventi abbia ulteriormente rafforzato Salvini e indebolito il gruppo dirigente del M5S a cominciare dallo stesso Di Maio.
Per molti osservatori i nodi di una collaborazione innaturale, quale quella tra Lega e M5S, sarebbe ormai agli sgoccioli, ma non può escludersi che lo scontro tra i due soci del governo si sposti sul terreno dell’economia, dove Lega e M5S hanno, ad oggi, visioni diverse e divergenti.
Certo è che il rapporto fra i dioscuri del governo appare sempre più squilibrato e incomponibile: una prospettiva, questa, che potrebbe avere esiti scontati se ci fosse all’orizzonte una qualche alternativa promossa dall’opposizione.