È un’atmosfera surreale quella che si respira nei palazzi della politica. Mentre il covid infuria, nelle sue imprevedibili mutazioni, mietendo ogni giorno centinaia di vittime, da noi va in scena l’ultima variante di uno spettacolino ormai fastidioso e incomprensibile ai più: quello di una possibile crisi di governo, conseguente a dimissioni delle due Ministre di Italia Viva e che dovrebbe essere annunciata nel tardo pomeriggio in una conferenza stampa di Renzi.
Dovrebbe, perché scenari diversi sono ancora aperti e i mediatori, quelli di casa nel PD, non hanno ancora gettato la spugna.
Nell’attesa, non spasmodica, ma forse infastidita, di vedere come andrà a finire, sembra comunque garantito, e questo provocherebbe un rinvio di decisioni ultimative, che i renziani permetteranno comunque l’approvazione del nuovo piano per fronteggiare gli sviluppi della pandemia, le variazioni al bilancio per garantire i ristori alle categorie più in difficoltà e il passaggio parlamentare del piano dei fondi straordinari dell’UE.
Queste le previsioni, sempre a rischio per il nervosismo che ormai domina il quadro politico, ivi compresa l’attesa per l’eventuale manifestarsi in Parlamento di un gruppo di responsabili a sostegno della stabilità del Governo, mentre si aggrava la crisi economica e il disagio sociale e vengono alla luce difficoltà e vuoti dell’attuale sistema sanitario.
Recenti dati sull’aborto, diffusi da fonti cattoliche, rendono evidente come le difficoltà economiche, la carenza di abitazioni a prezzi sostenibili e il dilagare dell’individualismo stiano mettendo in crisi perfino gli equilibri generazionali e quindi il futuro del paese.
Secondo le fonti, ogni anno in Italia, a duemila e settecento bambini viene impedito di nascere