mercoledì, 26 Giugno, 2024
Politica

Crisi politica e processo alle intenzioni

La politica dovrebbe essere una casa di vetro trasparente per consentire ai cittadini di vedere e capire con facilità quello che succede e maturare delle libere opinioni.

Purtroppo, di vetro se ne vede poco, spesso pieno di opacità e ciò rende la politica di complicata comprensione. Per qualcuno, questo sarebbe un elemento di fascino della politica italiana, con i suoi misteri e le sue contorsioni incomprensibili. Il giornalismo dovrebbe aiutare a togliere la nebbia e svelare gli arcani. Ma riportare dichiarazioni e interviste, raccontare quel che succede non basta. Allora si ricorre al genere del “retroscena” che dovrebbe raccontare quello che è avvenuto dietro le quinte anche se non si vede e di cui si hanno le prove. Ma spesso i retroscena sono ricostruzioni a metà strada tra la realtà e la fiction: vengono perfino riportate frasi virgolettate di telefonate come se il giornalista le avesse potute ascoltare (e come?). Insomma sono poco credibili e i politici hanno smesso di fare smentite e richiedere rettifiche relative a frasi e comportamenti che vengono loro attribuiti nei retroscena.

E allora cosa resta da fare? Oltre a raccontare quello che si vede e quello che si sa per fonte certa e controllata resta ben poco. Certo ci sono i commenti e le analisi che comunque tendono a basarsi sul “visibile” della politica, che, come detto, di chiaro a ha ben poco.

Non rimane, quindi, che affidarsi ad un esercizio totalmente arbitrario che consiste nel “processo alle intenzioni”. Si applica, cioè, ai comportamenti politici una griglia di analisi razionale dei comportamenti cercando di capire qual è il reale obiettivo di questo o quel partito o leader e di ipotizzare un nesso logico tra quello che dice e fa e il fine vero che si prefigge di raggiungere al di là di quel che dichiara apertamente. Applicando la massima di Giulio Andreotti “a pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina“, proviamo a dipanare il groviglio politico di questi giorni.

Si tratta di nostri cattivi pensieri e non di fatti. Il lettore è avvisato e i soggetti chiamati in causa pure.

Vediamo. Il centro destra vuole le elezioni: è sicuro di vincerle, andare al Governo e di poter così, fra un anno, eleggere un Capo dello Stato di suo gradimento. In dettaglio. Salvini vuole fare il prossimo Presidente del Consiglio, ma dovrà vedersela con Giorgia Meloni che ha la stessa ambizione. Marciano uniti ma ognuno segna la propria diversità. E Berlusconi? Coltiva il sogno di essere lui il prossimo Presidente della Repubblica. Da qui la sua decisione di non rompere con Salvini e di non dare una mano a Conte per salvarsi dalla tempesta renziana. E il futuro di Forza Italia? Il fondatore, da uomo concreto, non si fa molte illusioni.

Nella maggioranza il processo alle intenzioni è più complesso. Conte non vede l’ora di diventare leader politico di un partito tutto suo. Per lui andare ad elezioni anticipate adesso significherebbe cavalcare l’onda dell’alta popolarità di cui gode. Ciò che non può accettare è che si formi un altro governo di cui non sia più lui la guida: in questo caso andrebbe in panchina, la popolarità scenderebbe e potrebbe scomparire dai radar.

Renzi vuole la testa di Conte. Fa finta di non aver paura delle elezioni, ma in realtà ne è terrorizzato. Se non avrà lo scalpo del Presidente del consiglio continuerà a fare l’opposizione nella maggioranza e, quando ad agosto scatterà il semestre bianco e le elezioni saranno impossibili, proverà a dare una nuova spallata a Conte sicuro di ottenere il risultato. I veri obiettivi? Arrivare a fine legislatura, elezioni anticipate sarebbero un suicidio. Dimostrare di essere il più abile e brillante politico, posizionarsi e un ruolo personale di prestigio internazionale. Il futuro di Italia Viva? Renzi, anche lui come Berlusconi, non si fa molte illusioni.

Zingaretti non vuole andare al governo. È pronto invece per elezioni anticipate che vedrebbero il Pd in risalita e polo di attrazione sia di renziani delusi e preoccupati di scomparire sia delle varie formazioni della galassia della sinistra. Zingaretti mette nel conto che la destra possa vincere ed eleggersi un suo Presidente? Forse si, ma senza Trump e con il Next Generation Eu i sovranisti nostrani hanno poco spazio per il loro antieuropeismo.

Di Maio è il più combattuto di tutti. Vorrebbe fare, finalmente, il Presidente del Consiglio. Ha perso due treni dopo il 2018 e il prossimo difficilmente ripasserà. In subordine ambirebbe a riprendere il pieno controllo di un Movimento allo sbando prima che i 5 stelle preferiscano Conte a lui come guida alle prossime elezioni. Di Maio è quindi tentato di scaricare Conte o per prenderne il posto a Palazzo Chigi (e così riprendere anche il controllo del Movimento) o per cedere alle pressioni di Renzi pur di evitare le elezioni anticipate che terrorizzano i due terzi dei 5 Stelle. L’unica cosa che non può fare è rompere col Pd altrimenti per lui e i 5 Stelle è la fine.

Questo processo alle intenzioni aiuta a capirne di più di questa assurda crisi politica? Forse…

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