Si è aperto uno spiraglio per la revisione del Trattato di Dublino, quello incautamente sottoscritto anche dal
nostro governo dell’epoca alcuni anni fa, che attribuisce al Paese più prossimo agli esodi migratori l’onere
di accoglierne i protagonisti.
Una scelta, questa, che allora apparve marginale ma che si è poi rivelata esiziale per il nostro Paese,
naturale e terminale, con Lampedusa e la Sicilia, di coloro che fuggono dall’Africa e che ha scatenato forti
tensioni anche nell’area balcanica della UE alle cui porte preme la pressione di coloro che fuggono dai
conflitti medio orientali.
La novità che si profila rispetto alle prescrizioni del Trattato di Dublino è venuto dall’incontro a Roma, del
nostro Presidente del Consiglio e la nuova Presidente della Commissione Europea, Ursula Von Der Leyen
che ha esplicitamente rilevato l’esigenza di un nuovo “Patto per le migrazioni e l’asilo” che alleggerirebbe la
pressione su Italia e anche su Grecia, Spagna e Malta e prevederebbe una reale e incisiva ripartizione degli
oneri dell’accoglienza tra tutti i partners dell’Unione.
Nell’incontro, si è parlato anche di problemi quali quelli dell’accesso al lavoro e del suo mantenimento, del
drammatico arretramento del Mezzogiorno, dell’ambiente, e si è preso atto, da parte dell’ospite, della ricchezza italiana per un incarico di prestigio e di effettiva incidenza al commissario che dovrà essere
indicato dal nostro Paese.
Corollario e leva ideale per gli impegni futuri, il messaggio con cui la Von Der Leyen ha fatto riferimento a
De Gasperi, alla sua eredità politica e morale al suo ruolo come protagonista della costruzione dell’unità
europea.
C’è da augurarsi che questa significativa evocazione della figura e dell’opera di Alcide De Gasperi stimoli
anche per la politica italiana un reale livello europeo e il superamento del clima rissoso e volgare nel quale
stiamo invece precipitando, testimoniato anche dall’aggressione a Pescara del nostro amico Gianfranco Rotondi.