Fari accesi sugli aiuti alle piccole imprese. L’attenzione delle associazioni di categoria che dopo aver subito la pressione socio sanitaria sulle chiusure ora attendono una contropartita. Le dichiarazioni sono improntate alla attesa fiduciosa ma si avverte anche la difficoltà di dare un aiuto a tutte le imprese.
“Il Decreto legge del Governo condiziona pesantemente l’attività di 285.000 imprese artigiane con 812.000 addetti che proprio durante le festività natalizie realizzano gran parte del loro fatturato”, ricorda il Presidente di Confartigianato Marco Granelli che esprime preoccupazione per gli effetti su artigiani e piccoli imprenditori provocati dal decreto legge del Governo con le restrizioni nel periodo natalizio, “Comprendiamo l’esigenza di dare priorità alle misure di contenimento del contagio ma auspichiamo che l’Esecutivo metta in campo le risorse adeguate per compensare l’impatto delle disposizioni su tutti i settori coinvolti”. Confartigianato ricorda anche che ci sono settori in grande sofferenza e attendono un rilancio.
“Tra i settori che risentiranno maggiormente delle restrizioni”, sottolinea ancora Granelli, “vi è quello dell’alimentazione in cui operano 86.500 imprese artigiane che danno lavoro a 276.000 addetti e che, dopo le perdite registrate durante il lockdown a Pasqua, ora subiscono un duro colpo. Tra le più penalizzate le 17.500 pasticcerie e gelaterie costrette alla chiusura prolungata insieme alle attività di ristorazione”.
Il Presidente di Confartigianato auspica che i ristori previsti dal Governo “siano realmente adeguati a compensare le perdite subite dalle imprese, sia dal punto di vista della quantità delle risorse messe in campo, sia nel tenere conto di tutte le attività collegate a quelle soggette a chiusura. Le nostre imprese hanno bisogno di certezze e di chiarezza” e, a tale proposito, Granelli giudica “incomprensibile la discriminazione nelle disposizioni applicate alle attività di estetica e di acconciatura: obbligati alla chiusura le prime, aperte le seconde”.