domenica, 11 Maggio, 2025
Economia

Giansanti (Confagricoltura): pandemia e contagi, rinviamo la Brexit. Prodotti italiani a rischio

Dare il via alla Brexit, all’uscita della Gran Bretagna dall’Unione senza un accordo ed in piena pandemia, sarebbe un errore grave. A sottolinearlo è il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, alla luce delle decisioni assunte in queste ore a livello europeo per la variante Covid-19 presente, in particolare, in alcune aree dell’Inghilterra.

“La nuova situazione”, ricorda Giansante, “di emergenza sul fronte sanitario impone la proroga della scadenza, fissata a fine anno, per l’uscita del Regno Unito dal mercato unico e dall’unione doganale”. Lo stop creerà ancora più difficoltà ai prodotti agroalimentari italiani.

“Il blocco dei collegamenti”, rileva Giansanti, “rischia di fermare anche la movimentazione delle merci, compresi i prodotti agroalimentari. Il governo di Londra ha già annunciato una riunione di emergenza per fronteggiare l’esaurimento delle scorte nei supermercati previsto nel giro di pochi giorni. La questione va affrontata anche dalle Istituzioni di Bruxelles”.

Il Regno Unito, evidenzia Confagricoltura, è importatore netto di prodotti agroalimentari. Per il settore orticolo, ad esempio, la produzione britannica copre il 50% del fabbisogno interno e per la frutta si scende addirittura al 5%. Nel complesso, le importazioni di settore dalla Ue ammontano a 40 miliardi di euro l’anno. Il “Made in Italy” incide per 3,4 miliardi.

“Negli ultimi giorni”, aggiunge ancora Giansanti, “si sono già formate lunghe file di automezzi in prossimità delle frontiere del Regno Unito con la UE. Una situazione che potrebbe diventare costante nelle prossime settimane e, forse, nei prossimi mesi. Dal 1° gennaio 2021, infatti, in assenza di un accordo commerciale tra Ue e Regno Unito, i tempi di transito sarebbero allungati ulteriormente dall’entrata in vigore dei controlli doganali e fitosanitari”.

Scatterebbero, inoltre, i dazi doganali stabiliti dall’Organizzazione mondiale del commercio (WTO). Per quanto riguarda il settore agroalimentare, i dazi si attesterebbero in media al 20%, con punte del 70% su alcune produzioni zootecniche.

“La proroga del periodo transitorio per l’effettiva uscita del Regno Unito non è più consentita dagli accordi sottoscritti”, conclude il presidente di Confagricoltura. “Ma le situazioni di emergenza impongono scelte straordinarie. Con la proroga, inoltre, si avrebbe anche più tempo per raggiungere un accordo sulle future relazioni commerciali bilaterali, in linea con gli auspici di tutto il mondo agricolo nella Ue e nel Regno Unito”.
“Evitiamo”, conclude Giansanti, “di aggiungere ai contraccolpi economici della pandemia una pesante situazione di instabilità dei mercati agricoli”.

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