In momenti di silenzio e di paura/covid, ogni atmosfera viene terrorizzata dal “che ne sarà del mio domani”. Il Natale avanza e con lui tante domande che rimbombano nella mente di chi, ha tanta o poca fede, non riesce a trovare pace. Si cerca di scandire tutto: anche programmare la nascita di Colui che è patrono del tempo e della storia. Un bambino che fino a ieri nasceva nel buio della notte- solo e in balia di ospiti dell’ultimo minuto- adesso deve anticipare a ritmo di orologio che non perdona e all’ora “X” fa scattare il coprifuoco dove non è permesso nessun sgarro.
Lui nasce ugualmente. solo tra tanti uomini e donne sole, prive di quell’atmosfera che si è creata solo per scaramanzia e vuole abbandonare l’atrocità di un virus che ormai ha invaso anche i mass media di tutti i programmi e a tutte le ore. Lui nasce solo, con un parto anticipato da alcune ore purché nasca e non se ne parli più. E tutti a dire “Si, ok, va bene… commentiamo l’ora del primo pianto del Bambino/Dio”. Forse la domanda sorge spontanea anche se può sembrare banale e retorica: “E nel tuo cuore in quale attimo di frazione d’ora nascerà?”. “Ce spazio nella tua vita per Lui, per questo Dio che non ha paura del covid e sa che condividere equivale a stare vicini?” Siamo soli, privi di slanci emotivi ed affettivi, privi di tutto eppure pronti ad accogliere Colui di cui sta scritto “Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto…”. È un momento singolare dove bisogna ritrovarsi per ritrovare la speranza che non tramonta.
Sarà tutto diverso perché tu, io, noi siamo diversi nel dare voce a quanto si agita nelle pareti del nostro animo. Nasce solo nel tardo pomeriggio, purché sia buio e tutto entro l’ora deciso da chi di fede e di coraggio della fede ne mastica poco. Per il cristiano la fede è tutto: è certezza incrollabile, segno del proprio essere e abbandono in toto in Colui che, nonostante tutto nascerà a piacere nostro ma per entrare nel cuore sarà un piacere di Dio. Almeno in territorio fede che si sia più decisi, più forti, più veri, più determinati proprio per non far passare indifferente la nascita di chi ha qualcosa da dirci, nel buio di un pomeriggio o nella notte in bianco quando i silenzi non sono mai stati d’oro.