C’è una questione che sembra smarrirsi nella tempesta del Covid ed è l’idea del futuro.
Ogni giorno, si allarga il bacino della frustrazione e dello scontento di intere categorie produttive ed una pesante ipoteca di marginalità per le generazioni più giovani, che soffrono i limiti psicologici e fattuali di una scuola affidata in gran parte allo strumento telematico: una scelta che, già in partenza, sconta l’estraneità delle famiglie che non dispongono dei moderni strumenti di comunicazione.
Mentre, da Bruxelles, nonostante le smentite e le rassicurazioni, giungono segnali di difficoltà nei tempi di attuazione del Recovery Fund, sul quale grava la minaccia di veto di Polonia e Ungheria, e di perplessità sul permanente rifiuto del nostro governo di ricorrere allo strumento, che è immediatamente operativo, del MES, che metterebbe a disposizione, con un prestito a tassi irrisori, le risorse necessarie per riordinare e potenziare il nostro sistema sanitario.
Si aggiunga a questo i rilievi sul nostro schema di bilancio che, secondo gli uffici comunitari, prevederebbe interventi a dubbio di copertura finanziaria.
Nemmeno è sostenibile la tesi che tutto si risolverà con l’arrivo dei vaccini per il Covid: a parte le questioni economiche, quando questi arriveranno potranno essere utilizzati massicciamente a circa metà anno prossimo con un dubbio sui tempi della loro materiale gestione, tenendo conto dei ritardi e delle omissioni che già subiamo per l’accesso al semplice vaccino antinfluenzale.
Purtroppo la politica, come oggi, denuncia un’impressionante inadeguatezza alla sua funzione essenziale: quella di decidere tempestivamente e di governare avendo non solo idee delle strategie per l’emergenza, ma soprattutto di quelle per il futuro.
Questo deficit fa la differenza fra il nostro Paese e i nostri maggiori partners europei: una differenza che rischiamo di pagare in termini di ripresa dello sviluppo e di una valorizzazione strategica delle risorse disponibili.
Ad oggi, l’unica ricetta parrebbe essere quella di un comune impegno di maggioranza e opposizione: un impegno che, purtroppo, vede isolata Forza Italia nello schieramento di centro destra e il centro sinistra prigioniero delle pulsioni pseudo ideologiche dei cinque stelle.