Dopo essere stato precursore in Italia del test rapido antigenico per l’individuazione del Covid-19 (ora largamente diffuso in tutta Italia), il Veneto lancia una nuova sfida: sperimentare, e accompagnare alla validazione dell’Istituto Superiore di Sanità, un nuovo, “rivoluzionario”, tampone, eseguibile in autosomministrazione, chiamato per semplicità “fai-da-te”. La novità, in anteprima assoluta per l’Italia, è stata presentata nel corso del briefing sull’andamento dell’epidemia da Covid-19 in Veneto, tenutosi presso la sede della Protezione civile regionale, dal Presidente della Regione Luca Zaia, affiancato dal dottor Roberto Rigoli, coordinatore delle 14 microbiologie venete e vicepresidente dei microbiologi italiani. Su questo test di autodiagnosi il Veneto avvierà in tempi rapidissimi la sperimentazione per verificarne la effettiva validità scientifica. Al termine del percorso, qualora i risultati in parallelo con i tamponi molecolari ne dimostrassero l’efficacia, sarà quindi avanzata richiesta di validazione alle competenti autorità scientifiche nazionali.
“Quando lanciammo il test rapido antigenico – ha ricordato Zaia – fummo considerati dei visionari, e lo stesso potrà accadere con il fai-da-te, ma partiamo con la sperimentazione convinti di poter raggiungere risultati positivi, primo perché con Rigoli ci stiamo ragionando da tempo, secondo perché, come nel caso dei rapidi, si stanno facendo le cose molto bene, con precisione, dedizione, attenzione ai minimi particolari. Quando andrà in porto, sarà una rivoluzione storica, in una battaglia che il 21 febbraio scorso cominciammo al buio più completo. In tempi non lunghi ognuno potrà farsi il test da solo, con modalità semplicissime, sapere qual è la sua condizione e, in caso di positività rivolgersi al sistema sanitario per essere preso in carico e assistito a dovere. Il test, al quale lo stesso Zaia si è sottoposto in diretta, è stato illustrato da Roberto Rigoli, dopo che il Governatore ha ringraziato lui e tutto il suo tema “per la dedizione e l’impegno che ci hanno messo finora e che ci metteranno da qui in avanti”.
Il kit per l’esame è contenuto in una piccola busta, contenente le istruzioni per l’uso, un tamponcino, una provetta contenente il reagente e una saponetta (simile a quelle dei test per la gravidanza). Una volta estratto il tamponcino dalla confezione, bisognerà inserirlo in entrambe le narici, non troppo in profondità, roteandolo per cinque volte a narice. Una volta compiuta questa operazione, il tampone andrà introdotto nella provetta contenente il reagente, che andrà chiusa dopo pochi secondi. Il contenuto della provetta dovrà quindi essere versato (solo 4 gocce) sulla saponetta che, in pochi secondi, darà l’esito.
Tutta l’operazione dura da 2 a 3 minuti. Illustrando le modalità della sperimentazione che sta partendo, Rigoli ha tenuto a sottolineare che si tratta “di un grande lavoro di squadra, che non va assolutamente personalizzato. Il merito, se tutto andrà bene, sarà di tanti colleghi e dei loro team che stanno dando tutti sé stessi, ognuno alla guida del suo reparto”. Non è quindi un caso il fatto che la sperimentazione viaggerà in parallelo tra più microbiologie del Veneto: Mestre, Vicenza, Padova, Santorso e Treviso. In ognuna di queste sedi verranno effettuati 200 tamponi fai-da-te in doppio confronto con il tradizionale molecolare verificandone il tasso di corrispondenza dell’esito. Le categorie prescelte sono pazienti testati nei Pronto Soccorso e operatori del sistema sanitario. Gli esiti verranno illustrati in una dettagliata relazione scientifica che sarà inviata all’Istituto Superiore di Sanità per la validazione. “Il testing in Veneto durerà circa un mese – ha specificato Rigoli – poi, prima della diffusione nelle farmacie, bisognerà attendere la validazione nazionale”. Il costo alla produzione del nuovo kit si aggira sui 3 euro circa l’uno.