Dalle: “Memorie dal sottosuolo” di Dostoevskij al: “Parlamento sotterraneo. Miserie e nobiltà. Scene e figure di ieri e di oggi”, il passo è breve, almeno nella idea che c’è in mondo che dietro le quinte, “nel sottosuolo” appare più contraddittorio, tormentato, più denso e ricco della facciata, e per questo umanamente più vero, eloquente e disarmante.
Nel “sotterraneo”, del Parlamento troviamo l’intuito e l’abilità di un professionista dell’informazione come Mario Nanni, giornalista di lungo corso, ex capo della redazione politico-parlamentare dell’ANSA. Come dire l’eccellenza dello scrupolo nella verifica delle notizie, l’arte di saper mantenere i rapporti professionali e, più delle volte umani, nel difficile, talvolta irrazionale mondo della politica Italia.
L’epicentro è il Parlamento e Nanni è il narratore coinvolgente di storie, vicende, di decisioni, di liti, di insospettabili amicizie, di tradimenti e altre volte (rare volte) di uno spirito di corale unità Nazionale. Nel suo libro: “Parlamento sotterraneo”, in libreria per la Rubbettino Editore, Mario Nanni svetta su episodi da incorniciare che raccontano quel protagonismo parlamentare di accordi e disaccordi, di tensioni, di esagerazioni, i cui risvolti “sotterranei” sono le vera essenza della politica italiana.
Il testo dell’ex capo cronista Ansa illustra, come è sottolineato nel sottotitolo, “Miserie e nobiltà”, rappresenta un singolare piacevole spaccato sui personaggi di varia caratura e formazione, della Prima e Seconda Repubblica. “Un saggio di una freschezza e di una attualità sorprendenti”, ricorda la nota di presentazione del testo. Non solo, per sua natura ogni bravo giornalista inaugura una tradizione, una sua “scuola” e, “Parlamento sotterraneo”, è un racconto professionale aperto alla considerazione e studio da parte dei giovani cronisti.
“Questo libro”, fa presente la nota introduttiva, “intende contribuire a rinverdire e a conservare, soprattutto nei giovani, la memoria storica di anni di vita parlamentare e politica, lungo un arco temporale tra le cosiddette Prima e Seconda Repubblica. Mostra in azione personaggi di vario spessore, figure, figurine, che talvolta assumono la fisionomia esemplare dei “tipi” letterari”.
Mario Nanni da cronista accorto e da giornalista audace riesce a proporre un affresco di politici, di sentimenti, di impegno di disinvolture che sono la vera storia del Paese. Una trama non raccontata nei tg e giornali, o da talk show e gli speciali di “approfondimento”. Non si tratta, infatti, solo di “retroscena” di cui l’informazione di oggi abbonda fino a paradosso che per il cittadino diventa difficile distinguere il vero dal falso. “Il libro racconta aneddoti più o meno divertenti e perfino esilaranti”, rivela la presentazione, “però mai fini a sé stessi, perché sono inquadrati in temi generali, sempre attuali, e al centro del dibattito politico contemporaneo”.
C’è poi il racconto del Parlamento che costituiscono anche l’orizzonte del libro, sono: “la qualità dell’informazione politica e parlamentare, il decoro del Parlamento, la sua perdita di centralità e di ruolo, le fake news, l’abbassamento di livello delle classi dirigenti, viste in rapporto a quelle del passato, in una operazione non di nostalgia ma di verità”. E ancora il libro di Nanni è un esercizio di verità su ciò che è accaduto nel Parlamento, sulle sottili motivazioni di alcune scelte, sulla casualità di molte altre decisioni, sulla lotta politica, sul “fuoco amico” dei partiti e dei loro leader. In uno scenario rutilante di cambi politici, di innovazioni tecnologiche che hanno rimodellato – spesso semplificando – il modo di raccontare gli eventi, Nanni sta su una linea di confine, ha conosciuto il mestiere “difficile” ed ha visto la sua metamorfosi, talvolta surreale.
“Attraverso lo scorrere delle pagine, e lo sfilare di protagonisti più o meno noti”, prosegue la nota di presentazione, “si cerca di restituire lo spirito del tempo, l’atmosfera di certe fasi anche drammatiche del mondo parlamentare e della vita nazionale, i tratti di un certo “piccolo mondo antico” tecnologico in cui dominavano i fax, i teledrin, la telescrivente, quando non erano comparsi ancora il computer, Internet, lo smartphone e i social, che tante novità, non solo negative, hanno fatto nascere nel rapporto tra informazione e politica”.
Il “Parlamento sotterraneo” è anche un utile libro di studio per il cronista, “non mancano spunti e suggerimenti di tecnica ed etica giornalistica, desunti dall’esperienza di chi se n’è occupato e in qualche caso ne ha fatto le spese”. Fare giornalismo è sempre un “Esserci” per capire e riferire la portata degli eventi, la loro veridicità, cosa produrranno.
“Fatti documentati e spesso vissuti di persona”, osserva Mario Nanni, “inseriti nel filone narrativo delle “cose viste”, sono raccontati secondo un procedimento e una tecnica descrittiva che avanza per frammenti, per vicende puntiformi, secondo la modalità estetica della pittura divisionista. Si rappresentano, come su una tela, rapidi tratti, piccoli punti, e il lettore poi li potrà ricomporre in una figura più grande, in un concetto più ampio”. Il saggio spazia nelle pieghe delle decisioni ma anche di tutto ciò che viene fatto alla luce del sole.
Quindi una lettura non solo piacevole sul piano dei “racconti”, della finezza e attenzione verso la narrazione documentata, il libro è “materia di studio” viva, vivace e attraente per quanti sono interessati al
mestiere di giornalista.
“Da qui un consiglio ai giovani giornalisti, ai giovani in generale”, auspica con affetto Mario Nanni, “scrivete, annotate, portate in tasca un taccuino, segnate i pensieri che vi vengono, le scene che vedete nella vita quotidiana, sui luoghi di lavoro. Sarà all’inizio una materia informe e confusa, ma lì un giorno forse si troverà il bandolo anche per ripercorrere e capire meglio il proprio tempo e forse anche la propria vita”.