giovedì, 19 Dicembre, 2024
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Pamela, parla mamma Alessandra: “Commossa dalle parole del Pg. Da Oseghale? Cosa mi aspetto”

È stata chiesta la conferma della condanna all’ergastolo con isolamento diurno, senza attenuanti, per Innocent Oseghale, 32enne pusher nigeriano, unico imputato per l’omicidio della 18enne romana Pamela Mastropietro, uccisa e fatta a pezzi il 30 gennaio 2018 a Macerata. La richiesta di condanna è stata avanzata dal Procuratore generale di Ancona Sergio Sottani nel processo in Corte d’assise d’appello per omicidio volontario aggravato dalla violenza sessuale, distruzione e occultamento di cadavere. Prima di lui il sostituto pg Ernesto Napolillo ha ripercorso l’intera vicenda, esprimendo “tristezza e amarezza per lo scempio. Difficile spegnere il sorriso di Pamela – ha detto- Non è stata solo barbarie ma un furto di felicità a una ragazza sottratta alla famiglia, a chi l’ha conosciuta e alla società civile tutta”. Domani è prevista la sentenza. Abbiamo raggiunto la mamma di Pamela, Alessandra Verni, ieri presente in aula a pochi passi dal presunto assassino.

Condanna all’ergastolo con isolamento diurno senza attenuanti per Innocent Oseghale. Cosa ha provato nel sentire la richiesta del Pg di Ancona?

“Devo ringraziare i magistrati di Ancona che hanno svolto un lavoro egregio. Ora confidiamo che i giudici accolgano le richieste dell’accusa”.

Il Pg ha parlato di “furto della felicità” con riferimento al fatto che a Pamela è stato impedito per sempre di essere felice. Come commenta?

“È così, hanno spento il sorriso di Pamela per sempre. Ieri ero in aula e non posso nascondere che per me è stato un incubo sentir ricostruire, passo dopo passo, l’omicidio di mia figlia. Una cosa terribile. Ma dovevo esserci, nonostante ogni udienza sia per me uno strazio. E’ come rivivere dal vivo la tragedia di Pamela. Una sensazione bruttissima, mi creda”.

Le agenzie hanno riportato che lei sarebbe pronta ad incontrare Oseghale e a parlare con lui. E’ davvero così?  

“Ho detto che sono pronta a parlargli se si pentirà di ciò che ha fatto. Pentimento che per il momento non è arrivato. Se dirà la verità sulla morte di Pamela allora sì, sarò pronta ad incontrarlo, ma soltanto se sarà davvero pentito di ciò che ha fatto”.

Oseghale rilascerà delle dichiarazioni spontanee, così hanno detto i suoi legali. Si aspetta che possa arrivare un segnale nella direzione da lei auspicata?

“Non mi aspetto nulla di nuovo dalle dichiarazioni che farà in aula, saranno le stesse di sempre. Fino ad oggi ha raccontato soltanto bugie. Ha dichiarato di non essere lui l’assassino di Pamela ma non ha fatto i nomi dei presunti complici che per me ci sono e che lui continua a coprire.  Inoltre nelle dichiarazioni è stato sempre molto ambiguo e contraddittorio. Per questo non ho molta fiducia sul fatto che possa pentirsi. Se non è stato lui ad uccidere mia figlia, allora chi è stato? Perché tace e racconta bugie? A queste condizioni no, mi rifiuto di incontrarlo e di parlargli. Non servirebbe a nulla, sarebbe l’ennesima presa in giro. Lui non si è mai pentito di ciò che ha fatto, altrimenti racconterebbe la verità e farebbe i nomi dei complici. Non può aver fatto tutto da solo”.

A giugno i magistrati di Macerata hanno archiviato l’inchiesta a carico di due uomini accusati di aver violentato Pamela in due diverse occasioni, dopo che si era allontanata dalla comunità di recupero. Quella decisione vi aveva molto indignati perché l’archiviazione veniva giustificata con il fatto che Pamela non avesse sporto denuncia. Oggi alla luce della richiesta dei giudici di Ancona vi sentite in parte ricompensati?

“Certamente sì, e torno a ringraziare i magistrati di Ancona perché hanno svolto un lavoro molto serio e hanno preso a cuore il nostro desiderio di giustizia. Che non va confuso con la vendetta della quale non sappiamo che farci. Sentir pronunciare da parte del Pg parole così accorate nel chiedere giustizia per mia figlia è una cosa che ci ha trasmesso davvero tanta forza”.

Siete fiduciosi su un accoglimento della richiesta da parte dei giudici?

“Speriamo di sì, ci auguriamo che accolgano le richieste dell’accusa. Credo che neanche loro siano rimasti insensibili al racconto ripercorso ieri in aula sugli ultimi strazianti istanti di vita di Pamela e sullo scempio che ha subito. Quindi non rimane che sperare da parte loro, lo stesso desiderio di giustizia che ha ispirato l’intervento del Procuratore”.

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