Le persone sensibili le riconosci da lontano. Hanno il cuore pieno di cicatrici, perché sono state deluse troppe volte. Avrebbero molte ragioni per mettere una corazza al loro cuore, per diffidare degli altri. Eppure sono quelle che non smetteranno mai di amare la vita, di fare le cose col cuore, di trasformare la loro malinconia in sorrisi.”
Iniziamo con una bellissima poesia per dirci: come siamo cambiati. Eh sì, perché di persone così, se ne incontrano sempre meno.
Oggi c’è la cultura del difendersi dalle emozioni, di non abbassare le proprie difese immunitarie. La mente ed i pensieri devono essere indirizzati solo a se stessi, non c’è dono, non c’è presenza, solo assenza.
Se è vero che un essere umano non può vivere costantemente sotto stress, sotto minaccia perché nel tempo si esaurisce, è anche vero che un essere umano non può non vivere. E vivere significa mettere in equilibrio Soma, Pneuma, Psiche.
Spesso ci si fa più male coi pensieri che con la realtà, ma ancora più spesso ci si fa più male con le emozioni non vissute per paura. Ed è proprio questa paura che la nostra epoca sta vivendo. Viviamo in un mondo di non uomini. I pensieri non possono essere risolti con i pensieri, soprattutto quando viviamo disagi e disturbi. Il mentale si distrugge col “fisico”, che non è compensare facendo sport a farsi male come molti pensano e fanno, ma è toccare ciò che piace, abbracciare e lasciarsi abbracciare, guardare negli occhi con amore, accarezzare anche un cane, lasciare che anche il corpo esulti.
Siamo un equilibrio tra le tre diverse componenti umane: soma, psiche, pneuma. Chi usa solo una, anche in maniera eccelsa, entra in affanno. Tra l’altro i pensieri spesso diventano schemi di pensiero, abitudini. Per contrastare questo meccanismo non bisogna pensare di scacciarlo bensì coltivare l’abitudine opposta. Se ho paura coltivo il coraggio e così via.
Dunque l’invito è: vivete prima di pensare.
(Lo_Speciale)