Se gli elettori hanno espresso scelte che rafforzano la stabilità dell’esecutivo, questa stessa constatazione rischia di essere compromessa dalla fase confusa che si è aperta all’interno del Movimento 5 stelle, che è stato pesantemente sconfitto in queste elezioni: una sconfitta che sembrava però lenita dal successo del Si nel referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari.
Di Battista, l’ex deputato che è però punto di riferimento per un’area movimentista all’interno del Partito, è passato all’offensiva nei confronti dell’attuale gruppo dirigente del M5S, accusato di essere stato protagonista di una “sconfitta epocale” .
Il profilarsi della tempesta all’interno di quello che fu un partito di successo nelle ultime elezioni politiche pone perciò di conseguenza rischi su scelte urgenti, ma difficili, e sulle quali non c’è condivisione nella maggioranza, a cominciare dall’accesso al MES per interventi sulla sanità e ad una nuova legge sulla sicurezza, per finire sulla stessa fisionomia del progetto per ottenere gli interventi europei legati al Recovery Fund.
Per disinnescare le mine che potrebbero esplodere è però complicato per Conte guadagnare il tempo necessario, perché, se da un lato sono da temere le scorrerie dei guerriglieri del M5S, dall’altra deve confrontarsi con Zingaretti che, rinfrancato dai risultati elettorali, insiste perché le richieste del Pd siano finalmente accolte, a cominciare dall’adesione al MES per finire a nuove regole di accesso alla cittadinanza.
Regole vere e non trucchi per potenti e ricchi, come l’esame beffa che una nostra Università ha concesso a un calciatore al fine di consentirgli di ottenere su due piedi la cittadinanza italiana.