Li hanno chiamati in tutti i modi, ovviamente dispregiativi, negativi, demonizzanti. Il popolo “no mask” è diventato il nuovo nemico del mondo, della legalità, della salute pubblica. In pratica, la reincarnazione ignorante e becera del fascismo, del nazismo e un po’ meno del comunismo, visto che ancora oggi c’è chi considera tale dottrina teoricamente positiva, ma storicamente applicata in modo sbagliato (il “sovietismo”).
Insomma, sabato 5 settembre, a Roma, sarebbe sceso in piazza il male. Vediamo le tecniche di comunicazione usate per evidenziarlo. Innanzitutto, la solita trita e ritrita conta dei numeri che rappresenta il giochetto con cui vengono ridicolizzate le manifestazioni che danno fastidio. Quella famosa distanza abissale tra i dati dichiarati dagli organizzatori e i dati certificati dalla Questura. 1500, 2000, contro i 5000. Quale sarà la verità? Non lo sapremo mai. Ma non conta. Se si tratta di poche persone, le loro idee non valgono nulla (democrazia quantitativa). Titolo di Repubblica: “La marcetta su Roma”. Se si tratta di tante persone, allora invece, parte la grancassa: plebe, folla delirante, nostalgici, invasati, irretiti etc. Come accaduto per le manifestazioni del medesimo segno in Francia, Spagna e Germania.
Poi, seconda operazione, le definizioni ideologiche: negazionisti, ultima declinazione (in linea col clima-Coronavirus) del fascismo, della xenofobia, dell’omofobia, del populismo, del qualunquismo. Tutte etichette per stabilire la differenza tra la civiltà e la barbarie, tra la normalità e la pazzia, tra la verità e l’errore, tra la superiorità etica e morale e il sonno della ragione.
Infine, le pennellate di colore, che macchiettizzano i manifestanti: “Ci sono le più disparate sigle, dai No-Vax (come se fossero razzialmente inferiori) al Popolo delle mamme (apriti cielo, i cattolici bigotti che ci vogliono far tornare al Medioevo), dai No-5g (scandalo, la tecnologia, nuova religione, non si discute), agli amici di Trump (come se fosse il demonio), o di Putin (altro demonio: ma la sinistra per decenni non ha amato Mosca?)”. E naturalmente, “c’è l’immancabile Forza Nuova”. Ma nelle manifestazioni antifasciste, le celebrazioni del 25 aprile, o del 2 giugno, quando in piazza c’è l’antifascismo militante, viene mai condannata la presenza dei centri sociali o degli estremisti di sinistra che sfasciano tutto? Il non uso delle mascherine viene solo ricordato quando a muoversi sono i “negazionisti”?
Questo è il vero razzismo, questo è il vero fascismo: quello del mainstream. La piazza sul piano dei contenuti, va detto, rappresenta un sentiment ormai diffuso. Una domanda bisognerà pur farsela. E’ l’avanguardia di un’opinione pubblica che comincia a capire e temere, che giallorossi, Conte e i “soloni in camice bianco”, stanno giocando la stessa partita. Strumentalizzano la paura della morte, del virus, gonfiando i dati, alterando la verità, per blindarsi al potere, governare con poteri speciali, imporre scelte politico-economiche vessatorie (magari in salsa europea), e arrivare al vaccino obbligatorio. Comprimendo le libertà democratiche, le garanzie costituzionali e la libertà.
Un’avanguardia che avrà un nuovo banco di prova, il prossimo 10 ottobre.
E che sarà oggetto da parte del Palazzo delle migliori attenzioni: le sanzioni per chi, secondo i filmati della Polizia scientifica, sarà scoperto a trasgredire le regole (le misure anti-Covid). Attenzioni che con gli incombenti 5g saranno ulteriormente facilitate.
Si badi bene, il tema non è la presenza, o la persistenza del virus (o il rispetto per i morti e l’eroismo di medici e infermieri), ma la gestione politico-sanitaria del virus. Le tante opacità che stanno legando tanti mondi con interessi trasversali, le tante realtà non dette, né spiegate in modo obiettivo agli italiani. Chi sono i veri negazionisti?
(Lo_Speciale)