C’è in Parlamento e soprattutto nella maggioranza un clima teso e nervoso che tende ad aumentare, anziché diminuire, con l’approssimarsi delle elezioni in alcune importanti Regioni e del voto sul referendum per l’ipotizzata riduzione dei parlamentari.
Complici anche le difficoltà e i ritardi per avviare una ripresa ordinata dell’anno scolastico con protezioni sanitarie adeguate per docenti ed allievi e la risonanza assunta dalla questione degli sbarchi di folle di migranti e della loro collocazione precaria, aumentano i timori per una possibile cocente sconfitta, nelle regionali, per il centrosinistra e, segnatamente, per il Partito Democratico.
Un possibile avvenimento, questo, che, saldato al moltiplicarsi dei segni di crisi e di disfacimento fra i pentastellati, potrebbe porre a rischio, nonostante le assicurazioni in contrario, sia la tenuta del governo, sia quella dell’attuale segreteria del PD.
Se tutto questo dovesse accadere potrebbe profilarsi lo scenario di un governo tecnico, prorogo ad elezioni politiche anticipate e, contemporaneamente, di una fase confusa nella quale a farne le spese sarebbe soprattutto la capacità dell’Italia di predisporre per tempo ed in maniera adeguata programmi e progetti che consentano l’accesso ai fondi straordinari, ivi compreso il contestato MES, messi a disposizione dall’Unione Europea.
È, questo, uno scenario preoccupante, tanto più guardando alle condizioni dell’economia, dove, accanto a segnali di ripresa, resta la condizione di sofferenza di importanti settori di attività, soprattutto quelle legate al turismo e alla ristorazione.