Il presidente del gruppo alberghiero: recovery fund, CIG e semplificazione, ecco cosa chiediamo.
“La stagione estiva 2020 sta andando ben oltre le peggiori aspettative. I freddi numeri raccontano una realtà terribile, come evidenziato anche da Federturismo e Cna, con perdite per il settore alberghiero per 50 miliardi di euro e ingressi dimezzati, a fronte di un aumento dei costi per le spese di sanificazione. Avremo di fatto una stagione limitata alle due settimane centrali di agosto, per il resto il 90 per cento di 3 milioni di lavoratori italiani che ogni estate operano nel turismo (il 15 per cento degli occupati totali nel Paese) resteranno inattivi. Non è possibile assistere inermi a tutto questo, occorre una scossa e ci aspettiamo che la politica faccia la sua parte a sostegno degli albergatori, che ancora attendono una soluzione ai loro problemi”. Lo afferma Nicola Ciccarelli, presidente del gruppo proprietario della Swadeshi Club Hotels e consigliere nazionale Confindustria Alberghi. Swadeshi è una delle poche catene alberghiere completamente italiane che operano sul territorio nazionale, con nove strutture quattro stelle in portfolio tra Sardegna, Trentino, Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna e Friuli.
“Con dignità e caparbietà il settore sta reagendo per salvarsi, senza misure di aiuto e sostegno adeguate”, evidenzia Ciccarelli. “Eppure molti provvedimenti di medio periodo si potrebbero attuare per agevolarci, considerando che diamo lavoro a centinaia di migliaia di persone. Ci aspettiamo ad esempio di essere tra i beneficiari di una parte delle risorse del recovery fund, magari estendendo il contributo a fondo perduto alle imprese turistiche senza limite di fatturato, per tutto il 2020 e per almeno il 30 per cento del fatturato perso. E poi si potrebbe incentivare le imprese a riaprire dando loro le somme destinate alla cassa integrazione. Purtroppo il Governo continua a non comprendere che noi albergatori non vogliamo la cassa integrazione per lasciare i dipendenti a casa ma abbiamo bisogno di un aiuto per tenere le strutture aperte, con i lavoratori operativi. A questo si aggiunge la necessità di varare un decreto semplificazione per un settore da sempre affogato nella burocrazia. Misure che potrebbero ridare uno slancio al turismo su tutto il territorio nazionale”.