“È ora di una cambiare modello di sviluppo, innovare prodotti e tecnologie garantendo la compatibilità sociale e ambientale del sistema industriale del nostro Paese”. Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil, rilancia nel vuoto di idee e di progetti nazionali, il problema di come ripensare i modelli di sviluppo, aprendo nuove frontiere socio economiche, che facciano tornare al centro dell’impegno collettivo il lavoro, l’ambiente, il sociale. Con orgoglio la segretaria Fiom-Cgil rivendica il ruolo dei lavoratori e il loro impegno nei mesi della crisi sanitaria.
“Durante l’emergenza dovuta alla pandemia del Covid-19 abbiamo chiuso le fabbriche, con scioperi e fermate delle attività produttive, per anteporre la salute e la sicurezza dei lavoratori al profitto e al mercato, per tutelare la salute di tutti. Oggi siamo in piazza”, ha detto la segretaria Fiom durante una recente manifestazione, “per riaccendere l’attenzione sulle vecchie e nuove crisi industriali del nostro Paese, tutte senza risposta. Per mettere insieme tutte le vertenze metalmeccaniche e chiedere al governo e al sistema delle imprese risposte concrete ai problemi dei lavoratori, il rilancio degli investimenti pubblici e privati, la salvaguardia dell’occupazione anche con la proroga del blocco dei licenziamenti”. Il programma della Fiom Cgil si basa su pochi punti cardini ma che hanno come fondamento il ruolo del lavoro e del salario.
“Vogliamo che siano attivati tavoli di settore sugli asset strategici dell’industria del nostro Paese, rivendichiamo”, scandisce Re David, “il blocco dei licenziamenti e nuovi ammortizzatori sociali universali, la formazione e la riduzione degli orari, un rinnovato intervento pubblico in economia per dare risposte ai lavoratori, alle tante crisi industriali e per dare prospettiva all’industria metalmeccanica nel rispetto di vincoli sociali e ambientali”. Poi c’è il controverso capitolo dei fondi europei, sui quali la segretaria dei metalmeccanici italiani, dice di stare in allerta per vedere come saranno utilizzati.
“Le ingenti risorse che stanno arrivando, anche dall’Europa”, fa presente la segretaria della Fiom, “devono essere utilizzate per una svolta che metta al centro le persone e l’ambiente. La mancanza di politiche industriali negli ultimi vent’anni ha indebolito il tessuto produttivo e precarizzato il lavoro, così come il taglio della spesa sociale ha smantellato le protezioni sociali e il welfare”. Il problema è trovare forza ed energie, oltre che la volontà politica ed imprenditoriale di cambiare modelli di sviluppo.
“È ora di una cambiare modello di sviluppo, innovare prodotti e tecnologie garantendo la compatibilità sociale e ambientale del sistema industriale del nostro Paese”, sottolinea ancora l’esponente nazionale della Fiom-Cgil “E’ inaccettabile che il Governo possa pensare che il sindacato si occupa esclusivamente della cassa integrazione e dei licenziamenti, mentre le politiche industriali si fanno con le imprese. Confindustria da sola non riesce a fare gli interessi del Paese. Confindustria sbaglia quando annuncia di voler superare il contratto nazionale. Il lavoro va valorizzato non impoverito”. Infine l’appello in favore dell’occupazione. “Dobbiamo rimettere al centro il lavoro, le persone e le loro competenze, difendere e rilanciare il ruolo della contrattazione, a partire dal rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici”, ha concluso Francesca Re David il suo intervento, ammonendo gli industriali e il Governo, “ma se non arriveranno risposte siamo pronti alle mobilitazioni e allo sciopero”.