Il Bangladesh perde una delle figure più influenti e controverse della sua storia politica. Khaleda Zia, prima donna a ricoprire la carica di Primo Ministro e leader storica del Bangladesh Nationalist Party (BNP), è morta a 80 anni in un ospedale di Dhaka dopo una lunga malattia, come confermato dal suo partito. Zia era ricoverata da settimane all’Evercare Hospital, dove era stata sottoposta a cure intensive per una combinazione di gravi patologie: cirrosi epatica avanzata, problemi cardiaci, diabete, artrite e complicazioni renali e polmonari. Negli ultimi giorni era stata posta in supporto vitale, mentre il figlio Tarique Rahman — figura di spicco del BNP — era rientrato nel Paese per starle accanto. La sua morte chiude un capitolo unico nella politica del Bangladesh, segnato per decenni dalla rivalità feroce con Sheikh Hasina, l’altra donna che ha dominato la scena nazionale. Zia divenne premier per la prima volta nel 1991, guidando il Paese nella transizione verso il multipartitismo, e tornò al potere nel 2001 per un secondo mandato. Un terzo mandato, spesso citato nei resoconti locali, è legato ai periodi di governo ad interim e alle fasi di instabilità che hanno caratterizzato gli anni successivi. Negli ultimi anni la sua figura era stata al centro di controversie giudiziarie: nel 2018 era stata condannata per peculato, una sentenza che lei aveva sempre definito politicamente motivata. Nel gennaio 2025, però, la Corte Suprema l’aveva assolta definitivamente, riaprendole la strada alla partecipazione politica proprio mentre il Paese si preparava alle elezioni di febbraio. La notizia della sua morte ha suscitato reazioni immediate in tutto il mondo. L’attuale governo ad interim ha proclamato tre giorni di lutto nazionale e una giornata di festività pubblica in occasione dei funerali, che si terranno davanti al Parlamento di Dhaka.



