Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato ieri in Florida per incontrare Donald Trump a Mar-a-Lago, in un vertice considerato cruciale per definire un piano di pace da proporre alla Russia. Il faccia a faccia, previsto alle 19 ora italiana nella sala da pranzo principale della residenza presidenziale, sarà seguito nella notte da una telefonata con diversi leader europei. Kiev ha annunciato anche la diffusione di una dichiarazione congiunta di sostegno alle Forze armate ucraine.
Alla vigilia dell’incontro, Zelensky ha ribadito che molte decisioni finali dipendono dai partner occidentali e dalla loro capacità di esercitare pressioni su Mosca. Il presidente ucraino ha spiegato che al centro dei colloqui vi sarà un piano di pace articolato in 20 punti, già discusso per circa il 90 per cento dai team negoziali statunitense e ucraino. Tra i nodi sul tavolo figurano la strategia per arrivare alla pace passo dopo passo e la questione territoriale, che Zelensky ha confermato sarà affrontata direttamente con Trump.
Il leader americano ha definito l’incontro “importante” e ha elogiato il presidente ucraino, definendolo “coraggioso”, sottolineando al tempo stesso che anche Kiev ha colpito duramente nel corso del conflitto. Trump ha parlato di un negoziato complesso, senza scadenze prefissate, ma giunto a una “fase finale”, avvertendo che in caso di fallimento la guerra potrebbe prolungarsi a lungo. Secondo il presidente Usa, sia Zelensky sia Vladimir Putin sarebbero seriamente interessati a un accordo.
Trump ha inoltre affermato che un’eventuale pace porterebbe significativi benefici economici all’Ucraina, grazie a una futura fase di ricostruzione basata sulle risorse del Paese, e ha assicurato che un accordo di sicurezza “forte” vedrebbe un coinvolgimento rilevante delle nazioni europee.
Sul fronte europeo, il premier polacco Donald Tusk ha augurato “buona fortuna” a Zelensky, mentre da Estonia e Lituania sono arrivate valutazioni più caute. Tallinn ha espresso scetticismo sulla possibilità che l’incontro produca risultati concreti, mentre Vilnius ha accusato Mosca di ostacolare attivamente gli sforzi diplomatici con bombardamenti mirati alla vigilia del vertice.
Timori a Kiev e telefonata Trump-Putin

Secondo il Financial Times, alcuni consiglieri di Zelensky erano contrari al faccia a faccia con Trump, temendo un precedente simile a quello dell’ottobre scorso. Preoccupazione alimentata anche dalla telefonata intercorsa poche ore prima tra Trump e Putin, durata oltre un’ora e definita dal Cremlino “amichevole e produttiva”. Mosca ha fatto sapere che Trump e Putin si sentiranno nuovamente dopo l’incontro di Mar-a-Lago e che Washington e Mosca condividono l’idea che una tregua temporanea rischierebbe solo di prolungare il conflitto.
Dal Cremlino è arrivata anche la richiesta a Kiev di una “decisione politica coraggiosa” sul Donbass. Nel frattempo, il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha accusato il cosiddetto “partito della guerra europeo” di essere pronto ad andare fino in fondo contro la Russia. Trump, da parte sua, ha attaccato duramente il ruolo delle Nazioni Unite, sostenendo che gli Stati Uniti siano diventati di fatto “le vere Nazioni Unite” nella gestione dei conflitti globali.
Italia conferma gli aiuti militari

Sul piano italiano, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha confermato l’accordo nella maggioranza sul decreto che rifinanzia gli aiuti militari a Kiev, mentre il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ribadito il sostegno politico, economico e militare dell’Italia all’Ucraina, nel quadro di una pace giusta e duratura.
Attacchi e rivendicazioni
Intanto, sul terreno la guerra continua. Kiev rivendica attacchi con droni contro la raffineria di Syzran, nella regione russa di Samara, e contro strutture militari in Crimea occupata. Mosca prosegue i raid contro infrastrutture critiche ucraine: a Kherson un impianto di riscaldamento è stato colpito, lasciando decine di migliaia di persone senza servizi essenziali; a Sloviansk una bomba aerea ha ucciso un uomo di 51 anni e ferito diversi anziani.
Attacchi sono stati segnalati anche nelle regioni di Dnipropetrovsk e Odessa, mentre a Kiev l’operatore DTEK ha annunciato il ripristino dell’elettricità per circa 750 mila famiglie. Restano infine forti divergenze sulle rivendicazioni territoriali. Mosca afferma di aver conquistato diverse località nelle regioni di Donetsk e Zaporizhzhia, tra cui Myrnohrad e Huliaipole, affermazioni respinte dallo Stato maggiore ucraino come disinformazione in vista dei colloqui di pace.
Nella regione di Zaporizhzhia, la centrale nucleare resta sotto controllo russo: secondo fonti di Mosca la situazione è stabile, mentre l’Agenzia internazionale per l’energia atomica ha confermato l’avvio di lavori di riparazione su una linea elettrica cruciale dopo un cessate il fuoco locale.



