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Bangkok e Phnom Penh siglano la tregua: dopo giorni di scontri, arriva l’appello internazionale a rispettare gli impegni

domenica, 28 Dicembre 2025
1 minuto di lettura

Thailandia e Cambogia hanno firmato un nuovo accordo di cessate il fuoco dopo giorni di scontri armati lungo il confine, una delle peggiori escalation degli ultimi dieci anni. L’intesa, raggiunta in Malesia con la mediazione del premier Anwar Ibrahim, prevede un cessate il fuoco “immediato e incondizionato”, come confermato dai governi dei due Paesi. La firma arriva dopo un conflitto lampo che ha provocato almeno 30 morti e oltre 270.000 sfollati, secondo le stime riportate dai media regionali. Il primo ministro thailandese ad interim Phumtham Wechayachai e il premier cambogiano Hun Manet hanno partecipato ai colloqui, posando insieme al mediatore malese in un’immagine che ha fatto rapidamente il giro delle agenzie internazionali. La disputa territoriale, legata al controllo di antichi templi e aree di confine, aveva riacceso tensioni storiche tra i due Paesi, con bombardamenti e scambi di artiglieria che avevano costretto migliaia di civili alla fuga. La tregua è stata accolta con sollievo dalla comunità internazionale, ma anche con prudenza. Il senatore statunitense Marco Rubio, tra le voci più critiche dell’instabilità nel Sud‑Est asiatico, ha invitato Bangkok e Phnom Penh a “onorare immediatamente gli impegni presi”, sottolineando che la credibilità dell’accordo dipenderà dalla sua applicazione sul terreno. Un monito che riflette il timore diffuso che il cessate il fuoco possa rivelarsi fragile, come già accaduto in passato. Secondo gli analisti, la mediazione malese è stata decisiva per sbloccare lo stallo, ma restano aperte le questioni di fondo: la definizione dei confini, la gestione delle minoranze e il controllo delle risorse nelle aree contese. Per ora, però, la priorità è fermare le ostilità e consentire il ritorno degli sfollati. La tregua segna un passo importante verso la de‑escalation, ma il percorso diplomatico appare ancora lungo.

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