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Corte dei Conti, la riforma diventa legge

Palazzo Madama approva il ddl con 93 sì. Cambiano responsabilità e controlli, scatta la delega al Governo. Mantovano: “Nessuna rivalsa, confronto durato due anni”
domenica, 28 Dicembre 2025
2 minuti di lettura

Con 93 voti favorevoli, 51 contrari e 5 astensioni, l’Aula di Palazzo Madama ha approvato ieri in via definitiva il disegno di legge di riforma della Corte dei Conti. Tutti gli emendamenti presentati dalle opposizioni sono stati respinti e il provvedimento, già licenziato dalla Camera, è ora legge dello Stato. Il voto arriva mentre a Montecitorio è in corso il rush finale sulla manovra: la Commissione Bilancio ha avviato un esame accelerato, con le votazioni previste in commissione e il via libera definitivo atteso entro martedì. Il testo interviene su due livelli: introduce modifiche immediatamente operative in materia di responsabilità amministrativa e controlli, e affida al Governo una delega per riorganizzare funzioni e assetto della magistratura contabile attraverso decreti legislativi.

A respingere con forza le accuse di “vendetta” avanzate dalle opposizioni è stato il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano: “Non c’è unanimità di dissensi nella Corte dei Conti, più di un giudice contabile ha espresso valutazioni favorevoli. L’iter di questa riforma parte da circa due anni e ha visto una lunga fase di audizioni. Collegarla alla delibera sul Ponte sullo Stretto è una forzatura”. Secondo Mantovano il confronto con i rappresentanti della Corte avrebbe portato a modifiche sostanziali del testo iniziale, soprattutto durante l’esame alla Camera, a dimostrazione di un dialogo istituzionale costante.

Cosa cambia con la riforma

Il punto più discusso riguarda il tetto al risarcimento per danno erariale, fissato al 30% dell’importo accertato o, in alternativa, a due annualità di stipendio. La maggioranza sostiene che la misura riduca il rischio personale che frena l’azione amministrativa. Le opposizioni replicano che il danno residuo resta a carico della collettività. Sul fronte dei controlli preventivi, la Corte avrà 30 giorni per esprimere il proprio parere sulla legittimità degli atti. In caso di mancata pronuncia, scatterà il silenzio-assenso, con l’esonero da responsabilità per chi ha richiesto il parere.

Il provvedimento prevede inoltre una riorganizzazione interna: accorpamento delle sezioni, rafforzamento del ruolo del procuratore generale, distinzione più netta tra funzioni requirenti e giudicanti e ampliamento dell’attività consultiva.

Le voci della maggioranza

In Aula ieri il sSenatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin ha spiegato che l’obiettivo è “rendere più snelli e sicuri i procedimenti amministrativi, restituendo alla Corte dei Conti la funzione originaria di supporto all’azione amministrativa”. Secondo Zanettin, la riforma risponde al fenomeno della “paura della firma” e bilancia tutela dell’erario e necessità di non bloccare la spesa pubblica. Sulla stessa linea il Viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, che ha richiamato la sentenza 132 del 2024 della Corte costituzionale: “Tipizziamo la colpa grave, poniamo un limite massimo al danno e rafforziamo le funzioni di controllo. Evitiamo la moltiplicazione delle responsabilità per lo stesso fatto”.

Per il Presidente di Noi Moderati Maurizio Lupi la riforma “supera una paralisi che allontana investimenti e rallenta la pubblica amministrazione, tutelando gli amministratori onesti e sanzionando il dolo”.

Dal fronte di Fratelli d’Italia il Senatore Costanzo Della Porta ha parlato di una Corte “vicina agli amministratori, senza cogestione, ma con un controllo preventivo che accompagni soprattutto i piccoli comuni”. La Vicepresidente del Senato Licia Ronzulli ha sottolineato che la riforma “alleggerisce responsabilità e rende più chiaro l’ambito d’intervento della magistratura contabile”.

Le critiche delle opposizioni

Di segno opposto le valutazioni del Partito democratico. Il Senatore Dario Parrini ha definito il ddl “un attacco ai contrappesi costituzionali”, sostenendo che riduca i controlli di legalità e renda più difficile reprimere i reati contro la pubblica amministrazione. Ancora più duro Francesco Boccia, secondo cui la riforma “introduce salvacondotti preventivi e limita il risarcimento del danno, proteggendo chi governa dalle conseguenze delle proprie scelte”. Per Boccia, il silenzio-assenso rischia di incidere anche su Pnrr e grandi opere.

La Vicepresidente del Senato Anna Rossomando ha parlato di uno svuotamento della funzione della Corte dei Conti, mentre Walter Verini ha criticato i tempi ristretti del parere preventivo, giudicati incompatibili con un controllo effettivo.

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