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Mohammad Hannoun, Presidente dell’associazione dei palestinesi in Italia

Sette milioni a Hamas, arresti a Genova

Indagine antiterrorismo su cellule attive in Italia: nove in carcere e tre associazioni nel mirino. Piantedosi: “Ricostruiti contatti e flussi finanziari”
domenica, 28 Dicembre 2025
3 minuti di lettura

Un flusso di denaro pari a oltre sette milioni di euro, raccolto in Italia con finalità dichiarate di assistenza umanitaria, sarebbe stato destinato in larga parte al finanziamento di Hamas. È quanto è emerso in soldoni da una vasta operazione antiterrorismo condotta a Genova dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza, che ha portato all’arresto di nove persone e al sequestro di beni e disponibilità finanziarie per oltre otto milioni di euro, oltre a colpire tre associazioni formalmente impegnate nella beneficenza. Le misure cautelari, personali e reali, sono state disposte dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Genova su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Genova, al termine di un’indagine coordinata con la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo. Tutti i nove indagati sono finiti in custodia cautelare in carcere con l’accusa di associazione con finalità di terrorismo, anche internazionale.

Secondo la ricostruzione investigativa l’inchiesta ha preso avvio dall’analisi di una serie di segnalazioni di operazioni finanziarie sospette, alcune risalenti a un periodo antecedente al 7 ottobre 2023, data dell’attacco terroristico attribuito a Hamas in Israele. Gli approfondimenti, condotti dalla Digos di Genova, dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria e dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, hanno permesso di individuare una rete strutturata di raccolta e trasferimento di fondi, operante attraverso bonifici bancari, triangolazioni finanziarie e l’intermediazione di associazioni con sede in Italia e all’estero.

Soldi verso Hamas

I fondi, formalmente destinati ad aiuti umanitari per la popolazione palestinese, sarebbero stati in realtà dirottati per oltre il 71% verso Hamas o verso enti ritenuti collegati, controllati o direttamente riconducibili all’organizzazione terroristica, attivi a Gaza, nei Territori palestinesi o in Israele e dichiarati illegali dallo Stato israeliano. L’ammontare complessivo delle somme contestate è pari a 7.288.248,15 euro, sottratte, secondo l’accusa, alle reali necessità della popolazione civile di Gaza. Tra gli arrestati figura Mohammad Hannoun, Presidente dell’associazione dei palestinesi in Italia, indicato dagli inquirenti come “membro del comparto estero dell’organizzazione terroristica Hamas” e componente del board della European Palestinians Conference. Hannoun è ritenuto gravemente indiziato di essere un esponente di vertice della rete italiana e di aver avuto un ruolo centrale nella destinazione dei fondi raccolti, soprattutto dopo gli eventi del 7 ottobre.

Secondo la tesi accusatoria, Hamas avrebbe sviluppato nel tempo un comparto estero articolato in strutture periferiche con il compito di promuovere l’immagine del movimento e garantirne il finanziamento, condizione essenziale per la sua sopravvivenza operativa. Le associazioni coinvolte avrebbero rappresentato l’articolazione italiana di un network europeo coordinato con la struttura decisionale dell’organizzazione ʼmadreʼ. Parte delle risorse sarebbe stata utilizzata anche per il sostentamento dei familiari di militanti coinvolti in attentati terroristici o di detenuti per reati di terrorismo, rafforzando il consenso interno e l’adesione alla strategia armata, inclusa la disponibilità ad azioni suicide.

Le indagini hanno inoltre fatto emergere, attraverso intercettazioni e documentazione interna, il ruolo delle attività di da’wa (nei settori della religione, dell’istruzione e dell’assistenza sociale)come strumento di radicamento nella popolazione, reclutamento e formazione di nuovi quadri dell’organizzazione, anche in ambito studentesco e militare.

I commenti politici

Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha definito l’operazione “molto importante e significativa”, sottolineando che “sono stati ricostruiti contatti e flussi finanziari su scala internazionale” e ringraziando magistratura e forze di polizia per il lavoro svolto. Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso “apprezzamento e soddisfazione” per l’arresto dei nove indagati, ringraziando Procura di Genova, Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, Polizia di Stato, Guardia di Finanza e l’AISE per il supporto informativo.

Il Vicepremier Antonio Tajani ha parlato di un “importante risultato” contro le reti di finanziamento del terrorismo, mentre l’altro Vicepremier Matteo Salvini, commentando l’operazione, ha sottolineato la necessità di contrastare senza ambiguità ogni forma di sostegno a Hamas.

Un segnale contro i predicatori dʼodio

Numerose reazioni sono arrivate anche da esponenti di maggioranza. Il Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro delle Vedove ha parlato di un’operazione che “squarcia il velo” su attività coperte da iniziative sedicenti umanitarie. Sulla stessa linea il Presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri, che ha definito l’arresto di Hannoun “un segnale chiaro contro i predicatori di odio”. Il leader di Azione Carlo Calenda ha ribadito la distinzione tra il sostegno alla nascita di uno Stato palestinese e qualsiasi forma di appoggio a Hamas, definita “organizzazione terroristica”.

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