Il Senato argentino ha approvato il bilancio nazionale, consegnando al presidente Javier Milei la sua vittoria politica più significativa da quando è entrato in carica. Con 46 voti a favore, 25 contrari e un’astensione, la legge di spesa per il 2026 diventa il primo bilancio approvato dal Congresso sotto la sua amministrazione, un risultato che fino a pochi mesi fa sembrava fuori portata per un governo privo di maggioranza e spesso in tensione con gli alleati. Il voto arriva dopo il successo del partito presidenziale alle elezioni di metà mandato, che ha rafforzato il peso parlamentare della coalizione libertaria e ha permesso a Milei di negoziare da una posizione più solida. Il bilancio prevede una spesa complessiva di circa 148mila miliardi di pesos, pari a 102 miliardi di dollari, e si fonda su proiezioni che indicano una crescita del 5% e un’inflazione al 10,1% nel 2026. Al centro del piano c’è l’obiettivo di raggiungere un surplus primario dell’1,2% del PIL, tassello chiave della strategia di austerità con cui Milei punta a ridurre il deficit e ristabilire la credibilità fiscale del Paese. La legge rappresenta anche un test della sua capacità di costruire consenso in un Congresso tradizionalmente frammentato, dove il presidente ha spesso dovuto affrontare resistenze interne e frizioni con figure di peso, incluso l’ex presidente Mauricio Macri. L’approvazione del bilancio segna dunque un passaggio politico cruciale: Milei ottiene il via libera per portare avanti il suo programma economico, mentre l’opposizione si trova a fare i conti con un presidente che, nonostante le tensioni, ha dimostrato di saper capitalizzare il risultato elettorale e trasformarlo in potere legislativo. Resta ora da vedere se questa vittoria aprirà la strada a ulteriori riforme o se il fragile equilibrio parlamentare tornerà presto a scricchiolare.



