Thailandia e Cambogia hanno firmato un nuovo cessate il fuoco che punta a interrompere settimane di combattimenti lungo il loro confine conteso, dopo un’escalation che ha provocato decine di morti e costretto oltre un milione di persone a lasciare le proprie case. L’accordo, siglato dai ministri della Difesa durante una riunione straordinaria nella provincia thailandese di Chanthaburi, è entrato in vigore a mezzogiorno e prevede lo stop immediato a tutte le operazioni militari, il congelamento dei movimenti di truppe e il divieto di violare lo spazio aereo altrui per scopi bellici. Una clausola cruciale, dopo che la Thailandia aveva condotto raid aerei su obiettivi in territorio cambogiano fino alla stessa mattina della firma, secondo quanto riferito da Phnom Penh. La tregua arriva dopo settimane di scontri che hanno coinvolto artiglieria, razzi, droni e sortite di caccia, in un conflitto che si è esteso a quasi tutte le province di frontiera. Le autorità dei due Paesi hanno riconosciuto la necessità di un intervento urgente per evitare un ulteriore deterioramento della situazione, mentre l’ASEAN ha seguito da vicino l’evoluzione della crisi, pronta a intervenire come garante se necessario. L’accordo prevede anche il rimpatrio di 18 soldati cambogiani detenuti da Bangkok, una misura che scatterà solo dopo 72 ore di tregua verificata. Nonostante il sollievo immediato per le comunità colpite, la fiducia reciproca resta fragile. Precedenti cessate il fuoco erano stati violati nel giro di pochi giorni, e gli osservatori regionali sottolineano che la stabilità dipenderà dalla capacità dei due governi di mantenere un dialogo costante e trasparente. Per ora, però, la firma rappresenta un segnale politico forte: la volontà, almeno sulla carta, di riportare la calma lungo una delle frontiere più delicate del Sud-Est asiatico.



