Il Natale non ha portato alcuna tregua sul fronte ucraino. I combattimenti sono proseguiti lungo tutta la linea del conflitto, mentre sul piano diplomatico si è aperta una fase di contatti intensi ma ancora incerti, segnata da dichiarazioni contraddittorie e da una forte tensione verbale tra le parti. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha pronunciato un discorso di Natale dai toni durissimi.
Pur ribadendo che la Russia non è riuscita a spezzare l’unità del Paese, Zelensky ha definito “un sogno condiviso” dagli ucraini la morte del presidente russo, suscitando una reazione immediata da Mosca. Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha definito le parole del leader ucraino “maleducate e funeste”, mentre la diplomazia russa ha cercato di ridimensionare lo scontro sul piano negoziale. Proprio Peskov ha confermato che il Cremlino sta analizzando i risultati dei colloqui tenuti a Miami dall’inviato russo Kirill Dmitriev con il rappresentante statunitense Steve Witkoff e con Jared Kushner. Al centro del confronto c’è la bozza di piano di pace in 20 punti promossa dagli Stati Uniti e resa nota da Zelensky nei giorni scorsi.
Mosca ha smentito, per bocca della portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova, le indiscrezioni secondo cui avrebbe già chiesto modifiche formali al documento, definendo “fake news” le ricostruzioni di Bloomberg. Allo stesso tempo, Zakharova ha parlato di negoziati “lenti ma costanti” con Washington, accusando alcuni Paesi dell’Europa occidentale di tentare di boicottare il dialogo. In questo clima, il presidente francese Emmanuel Macron ha incontrato il segretario generale della Nato Mark Rutte per fare il punto sui lavori della Coalizione dei volenterosi, annunciando che da gennaio Parigi rafforzerà gli sforzi per garantire all’Ucraina solide garanzie di sicurezza.
Auguri di Putin a Trump
Nel frattempo, Vladimir Putin ha inviato un telegramma di auguri natalizi al presidente degli Stati Uniti Donald Trump, senza che fosse prevista una telefonata tra i due leader. Un gesto simbolico che segnala il mantenimento di un canale politico aperto, nonostante le profonde divergenze sul dossier ucraino. Putin ha inoltre scritto al leader nordcoreano Kim Jong-un, parlando di “amicizia invincibile” tra Mosca e Pyongyang e lodando il contributo delle truppe nordcoreane nelle operazioni nella regione di Kursk.
Sul terreno
Nella notte della vigilia, nuovi attacchi russi hanno colpito infrastrutture civili e portuali nell’area di Odessa. Secondo le autorità locali, una persona è morta e almeno due sono rimaste ferite. Bombardamenti e raid con droni hanno interessato anche le regioni di Kharkiv, Chernihiv, Zaporizhzhia e Sumy, lasciando vaste aree senza elettricità, acqua e riscaldamento. Il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha ha parlato apertamente di “genocidio”, accusando Mosca di colpire deliberatamente i civili anche durante le festività natalizie.
Sul piano militare-strategico, la Russia ha intensificato le attività nei mari del Nord. Bombardieri strategici Tu-95MS hanno sorvolato le acque neutrali del Mare di Barents e del Mare di Norvegia, seguiti per parte del volo da caccia stranieri, in un contesto di crescente tensione tra Mosca e l’Ue. Sul fronte opposto, il ministero della Difesa russo ha riferito di aver intercettato nella stessa notte 141 droni ucraini su diverse regioni della Federazione, dalla zona di Mosca al Mar d’Azov. Kiev ha inoltre rivendicato un attacco con droni contro il porto russo di Temryuk, nel territorio di Krasnodar, dove due depositi di petrolio hanno preso fuoco senza causare vittime.
L’ombra delle elezioni
A Kiev, intanto, il dibattito politico interno resta aperto. Secondo un sondaggio diffuso dai media ucraini, Zelensky sarebbe oggi in testa nelle intenzioni di voto al primo turno, ma perderebbe nettamente un eventuale ballottaggio contro l’ex comandante delle Forze armate Valerii Zaluzhnyi. Il presidente ha promesso elezioni “il prima possibile” dopo un eventuale cessate il fuoco, ma per ora la pace resta lontana, mentre il Natale scorre sotto il rumore delle armi e il peso di una diplomazia ancora fragile.



