Un’esplosione durante la preghiera della sera ha scosso la città di Maiduguri, nel nord-est della Nigeria, causando almeno cinque morti e oltre trenta feriti, secondo le prime ricostruzioni fornite dai media locali. L’attacco è avvenuto nella moschea del mercato di Gamboru, una delle aree più affollate della capitale dello Stato di Borno, già teatro negli anni di numerosi attentati legati all’insurrezione jihadista. Le autorità non hanno ancora diffuso un bilancio ufficiale, ma fonti sul posto parlano di un numero di vittime destinato a salire. Secondo il quotidiano nigeriano Daily Trust, citato da diverse testate internazionali, l’esplosione sarebbe stata provocata da un attentatore suicida che si sarebbe fatto esplodere tra i fedeli riuniti per la preghiera. Altre fonti, come il giornale Vanguard, ipotizzano invece l’uso di un ordigno esplosivo improvvisato, detonato intorno alle 18 ora locale. La dinamica resta dunque incerta, ma tutte le ricostruzioni convergono sulla natura deliberata dell’attacco. Un leader di una milizia anti‑jihadista, Babakura Kolo, ha riferito all’Afp che almeno sette persone sarebbero rimaste uccise, mentre i feriti presentano traumi e ustioni di varia gravità. Le immagini circolate sui social mostrano il caos immediatamente successivo alla deflagrazione, con i soccorritori impegnati a trasportare i feriti fuori dalla moschea e i residenti accorsi in massa per aiutare. Finora nessun gruppo ha rivendicato l’attentato. La regione di Borno, tuttavia, è da anni uno degli epicentri delle attività di Boko Haram e della sua fazione rivale, l’Iswap, entrambe responsabili di numerosi attacchi contro luoghi di culto, mercati e infrastrutture civili. Le autorità locali hanno rafforzato la sicurezza nell’area e avviato un’indagine per chiarire la dinamica e l’identità dei responsabili.



