Ieri il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rivolto un appello diretto ai leader dell’Ue riuniti a Bruxelles per il Consiglio europeo (oggi la giornata conclusiva). In soldoni ha chiesto una decisione sull’utilizzo degli asset russi congelati che, a suo avviso, rifletta i valori europei: “Se ora l’Europa crolla, senza aiuti non possiamo difenderci”, le sue parole, per poi definire l’uso delle risorse di Mosca “una decisione chiara e moralmente giustificata”.Inutile negarlo, questo tema divide i capi di Stato e di governo. Sul tavolo del Consiglio europeo resta la proposta di utilizzare i beni russi immobilizzati per finanziare il sostegno a Kiev, attraverso prestiti o altri strumenti. Zelensky ha sostenuto che un prestito basato su questi asset rappresenti “il modo più giusto” per garantire risorse all’Ucraina nei prossimi due anni, perché renderebbe evidente la responsabilità della Russia per i danni di guerra.
Nel suo intervento al vertice il Presidente ucraino ha insistito sul valore politico della scelta: “La maggioranza degli europei considera la Russia l’unica responsabile di questa guerra”, ha spiegato, e poi ha aggiunto che cedere interessi e principi a Mosca “non diventerà mai la norma in Europa”. Zelensky ha collegato il sostegno finanziario alle garanzie di sicurezza, che restano al centro dei negoziati, e ha ribadito che una presenza di militari europei in Ucraina avrebbe un effetto deterrente: “Non diciamo che debbano combattere”, ha però precisato.
In tarda serata comunque ha preso piede anche l’idea di un debito comune Ue.
Vedute differenti
Tra i leader europei emergono posizioni differenti. Il Cancelliere tedesco Friedrich Merz ha definito l’utilizzo degli asset russi “l’unica opzione” praticabile. A suo giudizio, l’Unione si trova di fronte a una scelta tra nuovo debito europeo e beni russi già immobilizzati. Merz ha sostenuto che, una volta resi definitivamente inaccessibili a Mosca, questi asset possano essere impiegati per sostenere l’Ucraina anche nei prossimi due anni, tramite un prestito come proposto dalla Commissione. Più prudente la posizione del Belgio: il Primo ministro Bart De Weverha detto che le garanzie offerte finora risultano “insufficienti” e ha escluso l’assenso del suo Paese a una soluzione che concentri rischi e responsabilità su Bruxelles: “Non ho visto un testo che possa convincermi”, ha affermato davanti ai parlamentari belgi.Anche se poi in serata la sua visione si è ammorbidita.
Anche l’Italia esprime riserve. Il Vicepremier Antonio Tajani ha ribadito il principio del sostegno a Kiev, ma ha sottolineato allo stesso tempo la necessità di una base giuridica solida: “Abbiamo forti dubbi”, ha detto, avvertendo che un eventuale ricorso russo potrebbe obbligare alla restituzione delle somme erogate, con un effetto politico favorevole a Mosca. Secondo Tajani, occorrerà valutare durante il Consiglio lo strumento più idoneo.
Rabbia Russia
Dal fronte russo sono arrivati segnali di reazione. Dopo l’avvio di una causa contro Euroclear per un risarcimento da 200 miliardi di euro, la Banca centrale russa ha annunciato azioni legali anche contro banche europee per il “blocco o l’utilizzo illegale” degli asset di Mosca. Le iniziative giudiziarie, ha spiegato il regolatore, riguardano i tentativi delle autorità Ue di intervenire sui beni russi depositati presso istituti finanziari europei.
Piano diplomatico
Sul piano diplomatico proseguono i contatti con gli Stati Uniti. Zelensky ha confermato la partenza di una delegazione ucraina verso Washington per incontri previsti oggi e domani, dedicati agli sforzi di pace, alle garanzie di sicurezza e alla ricostruzione. La delegazione sarà guidata dal Ministro della Difesa RustemUmerov. Parallelamente, è atteso a Miami un incontro tra Russia e Stati Uniti, con la partecipazione dell’inviato del Cremlino Kirill Dmitriev e degli emissari statunitensi Steve Witkoff e Jared Kushner. Mosca ha confermato che i colloqui risultano imminenti.
Medioriente
Nelle conclusioni del Consiglio europeo ha trovato spazio anche il capitolo Medioriente. I leader dell’Unione hanno chiesto di stabilizzare la situazione della sicurezza a Gaza, anche attraverso la dismissione permanente delle armi di Hamas e degli altri gruppi armati non statali. Il Consiglio ha sollecitato l’attuazione del piano di pace e l’accesso senza ostacoli degli aiuti umanitari. L’Unione europea si è dichiarata pronta a contribuire all’implementazione del piano, anche tramite un mandato rafforzato per la missione di assistenza alle frontiere al valico di Rafah (Eubam Rafah) e per la missione di polizia nei Territori palestinesi (Eupol Copps), oltre al coinvolgimento nel Centro di coordinamento civile-militare. Le conclusioni hanno confermato la condanna del forte aumento della violenza dei coloni contro i civili palestinesi e invitano il governo di Israele a porre fine all’espansione degli insediamenti, considerati illegali dal diritto internazionale. Via libera anche ai passaggi su Libano e Siria, con la richiesta di un’indagine sull’attacco alle missioni Unifil.
Sul fronte della difesa, i leader Ue hanno chiesto di intensificare i lavori su tutti gli aspetti già individuati a ottobre e invitano i colegislatori a procedere con priorità sulle proposte legislative, tra cui il pacchetto sulla preparazione della difesa e la mobilità militare. Per il Quadro finanziario pluriennale 2028-2034 l’obiettivo resta la chiusura dei negoziati entro la fine del prossimo anno.
In tema di allargamento, le conclusioni hanno richiamato la necessità di rafforzare le basi interne dell’Unione e di attuare le riforme, senza rinnovare la richiesta alla Commissione di presentare proposte specifiche. Sui migranti il Consiglio ha invitato a proseguire i lavori su tutti i fronti nel rispetto del diritto dell’Unione e del diritto internazionale. Confermato anche il passaggio sulla lotta alla disinformazione, con il richiamo all’autonomia normativa dell’Ue nello spazio digitale.
Infine, il Consiglio ha chiesto alla Commissione, in collaborazione con gli Stati membri, di elaborare entro giugno 2027 una strategia macroregionale dell’Unione per l’Atlantico, tenendo conto della strategia marittima e del piano d’azione già in vigore.
Mercosur
Sempre ieri la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha informato i leader dell’Ue che la firma dell’accordo commerciale con i Paesi del Mercosur non avverrà come previsto domani e slitterà a gennaio. Il rinvio è stato richiesto da Francia e Italia. Ieri migliaia di agricoltori e più di mille trattori hanno manifestato proprio a Bruxelles per protestare contro l’accordo commerciale con il blocco sudamericano del Mercosur.



