Con 234 voti favorevoli e nessun contrario, la Camera ha approvato all’unanimità la “Legge Berruto” (Atto Camera 505-A), che disciplina l’apertura delle palestre scolastiche alla cittadinanza anche oltre l’orario delle lezioni e nei mesi estivi.
Si tratta di un provvedimento condiviso da tutte le forze politiche — fatto ormai raro — che interviene su un tema concreto: la gestione dei beni pubblici. Le palestre, troppo spesso chiuse e inutilizzate, tornano a essere luoghi di sport, educazione e socialità. È un segnale di politica utile, lontana dagli slogan, che coniuga responsabilità amministrativa e coesione territoriale.
Meno burocrazia, più responsabilità locale
Uno degli aspetti più rilevanti della norma è la semplificazione delle procedure. Finora, per utilizzare una palestra scolastica, era necessario il via libera del consiglio d’istituto, con tempi lunghi e risultati incerti.
La nuova legge affida invece la gestione agli enti proprietari degli immobili — Comuni, Province e Città metropolitane — che, dopo aver consultato le scuole, potranno stipulare convenzioni con associazioni sportive dilettantistiche e realtà del terzo settore.
In questo modo, si supera la logica del “permesso” per passare a quella della “responsabilità”. È una scelta di efficienza, che valorizza il ruolo degli enti territoriali e riduce i vincoli burocratici senza generare nuovi costi per lo Stato.
Sport e partecipazione: un modello di sussidiarietà
La legge promuove una concezione sussidiaria dello sport: non solo attività fisica, ma strumento di educazione civica e di prevenzione sociale.
Nei piccoli centri e nelle periferie, dove mancano impianti dedicati, le palestre scolastiche potranno ora ospitare corsi, tornei e centri estivi. L’idea è semplice ma efficace: aprire ciò che esiste già, anziché costruire nuovi spazi che lo Stato non può permettersi di mantenere.
È una misura che unisce realismo economico e visione sociale, coerente con i principi di una destra moderna e amministrativa: meno sprechi, più comunità.
Riqualificare senza pesare sui conti pubblici
Il testo introduce anche un meccanismo di partenariato civico. Le associazioni sportive senza scopo di lucro potranno proporre progetti di ammodernamento delle palestre, ottenendone in cambio l’uso gratuito per un periodo proporzionato all’investimento.
Un modello intelligente, che incentiva l’iniziativa privata e la corresponsabilità nella gestione del patrimonio pubblico. Nessun nuovo onere per lo Stato, ma un ritorno concreto per i cittadini e per le scuole.
Una buona legge, non ideologica ma concreta
La “Legge Berruto” dimostra che, quando prevale il buon senso, il Parlamento sa essere unito. È una norma che parla ai territori, restituisce valore ai beni comuni e premia chi si impegna per mantenerli vivi.
In un tempo di riforme spesso annunciate e mai realizzate, questa piccola rivoluzione silenziosa ricorda che la buona politica si misura nella capacità di riaprire, non di chiudere — di restituire, non di occupare. Le palestre tornano così a essere, davvero, spazi della Repubblica.



