Ancora una volta, nella legge di Bilancio, la sanità pubblica finisce sotto tiro. Cimo-Fesmed e Anaao Assomed denunciano il tentativo del Ministero dell’Economia di bloccare fondi già previsti per gli stipendi dei medici e dei dirigenti sanitari del Servizio sanitario nazionale. Una mossa che, secondo i sindacati, colpirebbe direttamente oltre 120 mila professionisti.
Il ministero blocca le risorse aggiuntive
“Siamo alle solite: anche in questa manovra economica il Ministero dell’Economia tenta lo sgambetto finale al Ministero della Salute, e tutto sulla pelle dei medici e dei dirigenti sanitari del Ssn”, attaccano Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed, e Guido Quici, presidente della Federazione Cimo-Fesmed.
Nel mirino c’è l’emendamento, segnalato e firmato dal presidente della Commissione Sanità del Senato Francesco Zaffini, con il sostegno del ministro della Salute, che prevedeva risorse aggiuntive per la dirigenza medica e sanitaria. Un intervento che il Mef starebbe tentando di fermare.
Cosa chiedono i medici
Nel dettaglio, spiegano i sindacati, la legge finanziaria per il 2025 stanzia 385 milioni di euro per aumentare gli stipendi della dirigenza medica, risorse che dovrebbero essere erogate nel 2026, oltre a ulteriori 50 milioni per la dirigenza medica e 5 milioni per la dirigenza sanitaria già nel 2025. La prima tranche è stata inserita nel contratto 2022-2024 appena firmato, mentre la seconda – a bilancio 2026 – si aggiungerebbe ai fondi già esigui previsti, pari a 85 milioni per i medici e 23,5 milioni per la dirigenza sanitaria.
“In totale sono circa 500 milioni già preventivati, destinati a dare un minimo di ossigeno a una categoria in grande sofferenza che continua, nonostante tutto, a tenere in piedi il servizio pubblico”, sottolineano Di Silverio e Quici.
Firmare il nuovo contratto
Non è la prima volta, ricordano, che il Mef interviene bloccando misure a favore dei professionisti della sanità. “Lo scorso anno si oppose senza spiegazioni alla defiscalizzazione dell’indennità di specificità per i medici del Ssn, mentre per altre prestazioni, come quelle private, non ebbe nulla da ridire”, accusano i sindacati, che chiedono invece di procedere rapidamente alla firma definitiva del contratto per consentire il pagamento degli arretrati e degli aumenti.
Per Cimo e Anaao, la vicenda rappresenta anche “l’ennesimo attacco politico al Ministero della Salute”, che verrebbe di fatto commissariato. “Il problema non è solo quanti soldi si destinano alla sanità, ma dove e come vengono investiti”, ribadiscono.
Verso lo stato di agitazione
La tensione è ormai alta. “Questa volta la misura è colma. Pretendiamo rispetto”, concludono Di Silverio e Quici, “e siamo pronti a partire dallo stato di agitazione. I responsabili dovranno rispondere davanti a 120 mila medici e dirigenti sanitari”.



