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Progressioni di carriera negli enti locali: le sfide per la Pubblica Amministrazione e il chiarimento ARAN

mercoledì, 10 Dicembre 2025
2 minuti di lettura

Le progressioni di carriera all’interno degli enti locali sono una questione di grande rilevanza per i dipendenti pubblici. Esse riguardano il passaggio da un’area professionale all’altra (progressioni verticali) o all’interno della stessa area (progressioni orizzontali), offrendo opportunità di crescita basate principalmente su competenze, esperienza e performance. Fino al 31 dicembre 2025, le amministrazioni possono procedere alle progressioni verticali anche in deroga al requisito del titolo di studio, un elemento che fino a poco tempo fa era visto come un vincolo rigido. L’obiettivo di questa disposizione, introdotta dal Contratto Collettivo Nazionale del 2022, è quello di valorizzare l’esperienza accumulata da chi lavora da anni nel settore pubblico, e che, pur privo di titoli di studio specifici, ha acquisito una solida esperienza professionale.

Il chiarimento ARAN sulle scadenze e il procedimento

Un recente parere dell’ARAN ha chiarito una questione fondamentale riguardo alle tempistiche di attuazione delle progressioni di carriera: secondo l’interpretazione dell’Agenzia, non è necessario che la procedura di avanzamento si concluda entro la fine del 2025. È sufficiente che l’amministrazione avvii formalmente la procedura, pubblicando l’avviso entro la data di scadenza, dando così un’importante flessibilità operativa agli enti locali. Questo chiarimento risponde a un dubbio pratico che aveva messo in difficoltà numerosi enti, che temevano di non riuscire a completare l’iter entro la fine del 2025.

Nonostante sembri una questione tecnica, questa precisazione ha un impatto pratico significativo, soprattutto considerando la complessità delle procedure burocratiche e i vincoli di bilancio che molte amministrazioni locali devono affrontare.

Un sistema in evoluzione e le criticità operative

Le progressioni verticali sono uno strumento importante per la valorizzazione del personale, ma le difficoltà non mancano. Avere una valutazione meritocratica che possa favorire il passaggio a ruoli di maggior responsabilità è un obiettivo condivisibile, ma l’applicazione di questo modello meritocratico è ostacolata da problematiche economiche e finanziarie. Le risorse destinate alle progressioni sono infatti limitate e gli enti devono affrontare sfide legate ai vincoli di spesa imposti dalle normative sul personale.L’interpretazione dell’ARAN, che consente una maggiore flessibilità nel rispetto della scadenza del 2025, rappresenta un tentativo di semplificare e modernizzare il sistema, ma non elimina i nodi irrisolti legati alla pianificazione e alla gestione delle risorseeconomiche.

Le sfide politiche e la gestione delle aspettative

Oltre alle questioni tecniche, gli enti locali devono fare i conti con un altro elemento critico: la gestione delle aspettative dei dipendenti. Molti lavoratori del pubblico impiego, infatti, sperano di poter usufruire di una progressione di carriera prima della fine del 2025. Questo crea una tensione interna all’amministrazione, che deve bilanciare il bisogno di premiare il merito con la necessità di non eccedere nei costi del personale. Le amministrazioni si trovano anche a dover risolvere il dilemma della trasparenza: i criteri di valutazione delle competenze non sempre sono chiari e uniformi, e la difficoltà di applicazione del modello meritocratico potrebbe generare discontento tra i lavoratori, creando anche disparità di trattamento tra colleghi.

Il chiarimento fornito dall’ARAN riguardo alle progressioni di carriera costituisce un passo positivo verso un sistema più dinamico e meritocratico. Tuttavia, il vero nodo resta la gestione finanziaria delle progressioni e la pianificazione delle risorse interne. Le amministrazioni locali, purtroppo, non godono di un’autonomia sufficiente per affrontare queste sfide in modo equilibrato, senza rischiare di compromettere la qualità dei servizi offerti ai cittadini. Il sistema delle progressioni verticali dovrà essere valutato non solo in base alle competenze ma anche alla sostenibilità economica. Solo così si potrà creare una Pubblica Amministrazione che premia davvero chi lavora con dedizione, senza aggravare il già fragile equilibrio di bilancio delle amministrazioni locali.

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