La giornata romana di Volodymyr Zelensky si apre a Castel Gandolfo, dove il presidente ucraino è stato ricevuto da Papa Leone XIV per un colloquio sulla guerra e sulle prospettive diplomatiche. È il terzo incontro tra i due, il secondo a tu per tu nella residenza pontificia. Nel pomeriggio Zelensky si recherà poi a Palazzo Chigi per l’incontro con la premier Giorgia Meloni, in un passaggio chiave mentre Washington accelera sul negoziato con Mosca.
A Villa Barberini il presidente è stato accolto dal vice reggente della Casa pontificia. La Santa Sede parla di un confronto “cordiale” in cui il Papa ha ribadito la necessità di mantenere aperti i canali diplomatici e ha auspicato “una pace giusta e duratura”. Sul tavolo anche la questione dei prigionieri e il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia. Zelensky ha ringraziato la Santa Sede per gli sforzi umanitari e ha invitato il Pontefice a recarsi in Ucraina, definendo una visita “un forte segnale di sostegno”.
Dopo il mini-vertice di Londra con Francia, Germania e Regno Unito, Kiev trasmetterà oggi agli Stati Uniti la versione aggiornata del piano di pace, ridotto da 28 a 20 punti. Zelensky ha spiegato che sono stati rimossi elementi “ovviamente anti-ucraini”. Resta però il nodo delle concessioni territoriali richieste da Mosca, che Kiev considera inaccettabili.
Linea comune
Meloni ha richiamato la necessità di una linea comune fra Ue e Stati Uniti, mentre il ministro Antonio Tajani ha invitato alla cautela osservando che “posizioni rigide sono normali all’inizio di una trattativa”. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha confermato l’impegno europeo a utilizzare gli asset russi congelati per sostenere Kiev.
Intanto in Europa monta il dibattito sulla nuova strategia di sicurezza americana, che descrive scenari di declino per la “civiltà europea”. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha definito “inaccettabili” varie parti del documento e ha esortato l’Europa a rafforzare la propria autonomia strategica: “America First può andare bene, America Alone no”.
All’Europarlamento, l’Alta rappresentante Ue Kaja Kallas ha risposto indirettamente alle critiche provenienti da Washington: “L’Unione Europea è l’essenza stessa della libertà. Le critiche sui diritti vadano rivolte alla Russia, dove dissenso, media liberi e opposizione sono vietati”.
Nella lettera di convocazione del prossimo Consiglio europeo, António Costa definisce il vertice del 18 e 19 dicembre “cruciale” per Ucraina, bilancio Ue e allargamento. L’obiettivo sarà decidere come sostenere Kiev nel biennio 2026-2027 e rafforzarne la posizione negoziale mentre proseguono i tentativi di arrivare a una pace “giusta e duratura”.



