Il Congresso degli Stati Uniti si prepara ad ascoltare l’ammiraglio Alvin Holsey, ex comandante del Southern Command (SOUTHCOM), in una deposizione che promette di gettare nuova luce sulle operazioni militari condotte in Venezuela negli ultimi mesi. Holsey, costretto alle dimissioni lo scorso 16 ottobre 2025, avrebbe lasciato l’incarico non per scelta personale ma su pressione del Segretario alla Difesa Pete Hegseth, con cui era entrato in conflitto sulla legalità dei raid anti-narcos nelle acque venezuelane. Secondo fonti interne al Dipartimento della Difesa, l’ammiraglio aveva sollevato dubbi sulla conformità delle operazioni alle norme internazionali, contestando la linea dura adottata dall’amministrazione Trump. La sua testimonianza davanti al Congresso potrebbe rivelare dettagli sulle 21 operazioni militari condotte tra settembre e dicembre 2025 contro imbarcazioni sospette, che hanno provocato la morte di almeno 82 persone. Questi raid, ordinati direttamente dal Pentagono, hanno alimentato forti polemiche sia negli Stati Uniti che a livello internazionale, con accuse di eccessivo uso della forza e di violazioni del diritto internazionale. Il caso Holsey si inserisce in un contesto geopolitico già teso: il Venezuela ha denunciato ripetutamente le incursioni americane, mentre la Russia ha intensificato il proprio sostegno a Caracas fornendo armi e missili avanzati. La deposizione dell’ammiraglio potrebbe dunque avere conseguenze non solo interne, ma anche sul piano delle relazioni internazionali. I democratici vedono in Holsey una voce autorevole capace di mettere in discussione la strategia militare di Trump, mentre i repubblicani minimizzano la vicenda, sostenendo che le operazioni siano state necessarie per contrastare il narcotraffico.



