In un’intervista ad Avvenire, il Ministro della Difesa Guido Crosetto lancia una proposta destinata a far discutere: una trasformazione “profonda e veloce” della Nato, affinché l’Alleanza Atlantica superi il ruolo storico di organizzazione militare dell’Occidente e diventi “un’alleanza per la pace nel mondo”, integrata in un sistema multilaterale completamente rinnovato. Secondo il ministro, la Nato dovrebbe evolversi in un “braccio armato ma democratico di una Onu rinnovata”, capace di affiancare e, in parte, supplire alle Nazioni Unite, che “non ce la fanno più” a gestire le crisi globali. Crosetto sostiene che l’Alleanza dispone già degli strumenti necessari per compiere questo salto di scala: “ha le caratteristiche, il know how e le capacità militari, ma anche diplomatiche, per diventare il vero difensore della pace”.
Crosetto riconosce che la Nato è stata percepita “per decenni come un nemico dai Paesi del Sud e dai Brics”, ma invita l’Alleanza a “pensare al mondo, non solo a una sua parte”, aprendosi a nuovi interlocutori e allargando la propria dimensione geopolitica.
Verso un nuovo multilateralismo
Una condizione, però, è imprescindibile: “solo se la Nato saprà essere credibile, attendibile, sincera e saprà allargarsi, potrà rappresentare e difendere tutti”. L’obiettivo, nelle parole del Ministro, è la costruzione di “un nuovo multilateralismo a tutela della stabilità”, un sistema internazionale più equilibrato e rappresentativo. In questo processo, Crosetto immagina non solo una nuova Nato, “più inclusiva, globale, che guardi ben oltre l’Atlantico”, ma anche una nuova Europa.
Il Ministro torna infatti sulla necessità di una difesa europea più solida ed efficace, definendola “pressante e necessaria”. L’attuale Unione a 27 Stati, osserva, “è troppo piccola” per affrontare le sfide geopolitiche contemporanee.



