Il governo britannico ha imposto nuove e severe sanzioni contro la Russia, dopo che un’indagine indipendente ha accertato la responsabilità diretta del presidente Vladimir Putin nell’attacco con agente nervino avvenuto sul suolo britannico. Il caso risale al marzo 2018, quando l’ex agente russo Sergej Skripal e sua figlia furono avvelenati a Salisbury con il potente agente chimico Novichok. L’episodio aveva già provocato una crisi diplomatica senza precedenti tra Londra e Mosca, con espulsioni reciproche di diplomatici e condanne internazionali. Secondo il rapporto pubblicato questa settimana, le prove raccolte dimostrano che l’operazione fu autorizzata ai massimi livelli del Cremlino. Il premier britannico ha definito la conclusione “scioccante ma inequivocabile”, annunciando un pacchetto di misure che include: Congelamento dei beni di funzionari russi e oligarchi vicini a Putin; restrizioni finanziarie su banche e istituzioni legate al governo russo; divieti di viaggio per decine di personalità politiche e militari. Il ministro degli Esteri ha sottolineato che “il Regno Unito non tollererà atti di terrorismo di Stato sul proprio territorio”. L’Unione Europea e gli Stati Uniti hanno espresso sostegno a Londra, aprendo la strada a un coordinamento internazionale delle sanzioni. Mosca ha respinto le accuse, definendo il rapporto “politicamente motivato” e minacciando contromisure. Tuttavia, gli analisti ritengono che la nuova stretta britannica segni un ulteriore deterioramento dei rapporti tra i due Paesi, già ai minimi storici. La vicenda riporta al centro dell’attenzione il tema della sicurezza europea e dell’uso di armi chimiche, con Londra decisa a trasformare il caso Skripal in un simbolo della lotta contro le operazioni clandestine russe.
Regno Unito sanziona la Russia: “Putin responsabile dell’attacco con agente nervino”
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