Il governo indiano ha annunciato l’obbligo di installare una nuova app di tracciamento su tutti gli smartphone presenti nel Paese, suscitando un acceso dibattito tra sostenitori e critici. La misura, approvata con decreto straordinario, è stata presentata come necessaria per “rafforzare la sicurezza nazionale e migliorare la gestione delle emergenze sanitarie e ambientali”. Secondo il ministero dell’Interno, l’app sarà in grado di monitorare spostamenti, contatti e attività digitali degli utenti, fornendo dati in tempo reale alle autorità. Il governo sostiene che lo strumento permetterà di prevenire minacce terroristiche, gestire più rapidamente epidemie e coordinare interventi di soccorso in caso di disastri naturali. La decisione ha però sollevato forti critiche da parte di associazioni per i diritti civili e di esperti di tecnologia, che denunciano il rischio di una sorveglianza di massa senza precedenti. “Un’app obbligatoria su tutti i telefoni significa che ogni cittadino sarà costantemente sotto controllo”, ha dichiarato un attivista di Delhi. Le opposizioni hanno accusato il governo di voler consolidare un sistema autoritario, mentre alcuni giuristi hanno sollevato dubbi sulla costituzionalità della misura. Anche le grandi aziende tecnologiche hanno espresso preoccupazione, chiedendo garanzie sulla protezione dei dati e sulla trasparenza del sistema. Nonostante le polemiche, il premier ha difeso la scelta, definendola “un passo inevitabile verso un’India più sicura e resiliente”. L’app sarà distribuita automaticamente tramite aggiornamenti software e la sua rimozione sarà impossibile. Gli osservatori internazionali avvertono che la decisione potrebbe avere conseguenze geopolitiche, influenzando i rapporti con partner occidentali e con le multinazionali del settore digitale. Per molti cittadini, invece, la novità rappresenta un ulteriore segnale di erosione delle libertà individuali in nome della sicurezza.



