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Mattarella richiama il Paese sui diritti delle persone con disabilità: “Una ferita che riguarda tutti”

Nel giorno dedicato all’inclusione il Presidente sollecita un impegno concreto contro solitudine, abusi e barriere ancora diffuse. Reazioni da istituzioni, governo e territori, mentre associazioni e sindacati chiedono risorse e misure efficaci
giovedì, 4 Dicembre 2025
2 minuti di lettura

Ieri, in occasione della ‘Giornata internazionale delle persone con disabilità’, Sergio Mattarella ha pronunciato uno dei discorsi più incisivi del suo mandato sul tema dell’inclusione con l’obiettivo di richiamare il Paese alle proprie responsabilità civili, istituzionali e morali: “La Costituzione garantisce a ogni donna e uomo, senza eccezioni, l’esercizio dei propri diritti”, le parole del Capo dello Stato che ha colto l’occasione per denunciare con forza le condizioni di solitudine e marginalità che ancora oggi segnano la vita di “troppe persone con disabilità”, sia nei contesti familiari sia nella scuola, nel lavoro e nei servizi pubblici. Il Presidente ha parlato di pregiudizi e stereotipi come ostacoli reali alla piena partecipazione sociale, sottolineando che ritardi, dinieghi e complicazioni “aggravano il peso economico, organizzativo ed emotivo della cura”, fino a sfociare in casi di abusi o discriminazioni. “È una ferita per l’intera collettività e a essa va posto rimedio con politiche e scelte appropriate”. Mattarella ha ribadito che l’inclusione non è un costo, bensì un valore che arricchisce la comunità e che consente un progresso autentico: le persone con disabilità, ha ricordato, devono essere considerate “membri a pieno titolo della vita comune”.

Le reazioni istituzionali

Il messaggio del Capo dello Stato ha trovato immediata eco nelle altre istituzioni. Il Presidente della Camera Lorenzo Fontana ha ricordato che la Giornata rappresenta “un’occasione per misurare il cammino compiuto e rinnovare l’impegno collettivo”, mentre il Presidente del Senato Ignazio La Russa ha richiamato l’attenzione sulle “barriere spesso invisibili” che molte persone si trovano ad affrontare nella quotidianità. Sul fronte del Governo, la Ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli ha sottolineato su Facebook l’importanza di superare la logica dell’assistenza come costo, parlando invece di investimento sul valore e sulle capacità delle persone. Ha ricordato i passi avanti compiuti negli ultimi anni: la riforma delle procedure di riconoscimento dell’invalidità civile, l’introduzione del Progetto di vita, il riconoscimento della sordocecità, il fondo da 22 milioni per l’occupazione giovanile e il bando ‘Vita e opportunità’ da 380 milioni destinato a percorsi abitativi, lavorativi e ricreativi. Locatelli ha inoltre rivendicato la nuova legge sul caregiver familiare, dotata per la prima volta di una copertura stabile.

Dal Ministero dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha ricordato l’avvio di un piano nazionale per l’abbattimento delle barriere architettoniche nelle scuole, la specializzazione dei docenti di sostegno e nuove assunzioni per garantire continuità didattica: “Una scuola realmente inclusiva valorizza i talenti di tutti”.

Bene i principi, mancano le risorse

Sul fronte sindacale Cisl e Cgil hanno accolto il richiamo del Quirinale, ma non senza critiche. La Cisl ha ribadito che la disabilità “non è della persona ma dell’ambiente che non include”, e ha richiamato nello stesso tempo l’urgenza di abbattere barriere fisiche e culturali. La Cgil, con Maria Grazia Gabrielli e Valerio Serino, ha denunciato la “mancanza di risorse aggiuntive” nella legge di Bilancio per l’inclusione e la carenza di misure efficaci per l’inserimento lavorativo, richiamando i limiti del programma Gol e la necessità di finanziamenti adeguati per il progetto di vita individuale previsto dalla riforma. Dai territori è arrivata la voce della Sindaca di Perugia e delegata Anci all’Inclusione, Vittoria Ferdinandi, che ha ricordato come i Comuni siano “il primo presidio dei diritti”, citando esperienze virtuose come Milano, Torino, Napoli e Perugia stessa. Ha però chiesto procedure più semplici, risorse certe e un coordinamento efficace tra Ministeri, Regioni, Inps e amministrazioni locali.

“Trasformare le parole in azioni”

Infine, la Fish (Federazione italiana per i diritti delle persone con disabilità) ha rinnovato il suo appello a trasformare le dichiarazioni in misure concrete, ricordando che in Italia le persone con disabilità sono quasi 13 milioni, di cui 3 milioni con una condizione di gravità. Il Presidente Vincenzo Falabella ha sottolineato che “la disabilità non è un problema da risolvere, ma una dimensione della diversità umana”, e che solo una società capace di garantire pari opportunità può dirsi democratica.

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