Ludwig A. Minelli, fondatore di ‘Dignitas’, l’organizzazione svizzera che da oltre venticinque anni offre supporto al suicidio assistito, è morto sabato a Forch (Zurigo) tramite la stessa pratica che aveva difeso per tutta la vita. Aveva 92 anni, pochi giorni prima di compiere 93. ‘Dignitas’ ha diffuso una nota ufficiale domenica, sottolineando come Minelli abbia scelto di lasciare il mondo “in maniera autodeterminata”, coerente con la sua battaglia per la libertà di scelta e i diritti umani. “Una vita dedicata all’autodeterminazione”, ha scritto l’associazione, ricordando il fondatore come un uomo che ha trasformato un tema tabù in un dibattito pubblico internazionale. Nato nel 1933, avvocato e giornalista, Minelli fondò ‘Dignitas’ nel 1998, portando avanti decine di battaglie legali per difendere il diritto al suicidio assistito. La sua attività lo portò spesso nelle aule dei tribunali svizzeri e internazionali, dove si confrontò con governi, associazioni mediche e gruppi religiosi. Sotto la sua guida, ‘Dignitas’ ha accompagnato migliaia di persone — provenienti non solo dalla Svizzera ma da tutto il mondo — nel percorso verso una morte volontaria e medicalmente assistita. La sua figura è stata al centro di polemiche e controversie: da un lato sostenitori che lo consideravano un pioniere dei diritti civili, dall’altro critici che lo accusavano di mercificare la sofferenza. Nonostante ciò, Minelli non ha mai arretrato, ribadendo che “la dignità non è negoziabile”. La sua morte segna un momento simbolico per ‘Dignitas’ , che ora dovrà affrontare il futuro senza il suo fondatore. L’associazione ha assicurato che continuerà la missione, ribadendo l’impegno a garantire “un fine vita dignitoso e autodeterminato” per chi lo desidera.



