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Incendio di Tai Po a Hong Kong, salgono le vittime a 128

venerdì, 28 Novembre 2025
2 minuti di lettura

L’incendio che ha devastato il complesso residenziale Wang Fuk Court, nel distretto di Tai Po, è ormai riconosciuto come il rogo più mortale degli ultimi ottant’anni a Hong Kong. Il bilancio provvisorio consegnato dalle autorità parla di almeno 128 morti e circa 200 dispersi, mentre decine di feriti restano ricoverati in ospedale, alcuni in condizioni critiche. Con la conclusione delle operazioni di spegnimento, le squadre di emergenza sono entrate nella fase più difficile: la ricerca sistematica dei corpi e la ricostruzione delle responsabilità.

L’incendio è scoppiato mercoledì 26 novembre 2025, poco prima delle tre del pomeriggio, all’interno di Wang Cheong House, uno degli otto edifici del complesso, avvolti in quel momento da impalcature in bambù e da ampie reti protettive in plastica per via di un grande intervento di ristrutturazione. Le prime fiamme, secondo le ricostruzioni fornite dai vigili del fuoco, sarebbero partite dai livelli inferiori, probabilmente a causa del materiale plastico depositato alla base delle impalcature. Secondo quanto riportato da Associated Press, per la polizia la combinazione tra plastica altamente infiammabile, pannelli di schiuma e struttura in bambù ha creato un accelerante perfetto: in pochi minuti il fuoco ha risalito le facciate e si è propagato alle torri adiacenti, coinvolgendone sette su otto in un arco di tempo sorprendentemente breve.

Le colonne di fumo erano visibili a chilometri di distanza e i vigili del fuoco hanno impiegato più di due giorni per domare completamente le fiamme. Il calore estremo, i crolli parziali e i corridoi pieni di detriti hanno reso particolarmente complesso l’intervento. Molte delle vittime sono state ritrovate nelle trombe delle scale, un segno drammatico del fatto che numerosi residenti hanno tentato la fuga a piedi, intrappolati dal fumo denso e dai passaggi bloccati.

La popolazione colpita è composta in larga parte da anziani e famiglie a reddito modesto. Più di mille persone sono state evacuate e molte di loro hanno trascorso le prime notti nei centri commerciali della zona, trasformati in rifugi di emergenza. Tra i sopravvissuti rientrano anche numerose lavoratrici migranti, in particolare colf filippine.

Sul fronte delle responsabilità, AP e Reuters confermano l’arresto di tre figure legate alla società incaricata dei lavori di ristrutturazione, identificata dai media come Prestige Construction & Engineering. Secondo quanto dichiarato dalla polizia e riportato da Associated Press, i tre, due dirigenti e un consulente ingegneristico, sono sospettati di negligenza grave nell’utilizzo di materiali potenzialmente non conformi agli standard antincendio. Le autorità hanno precisato che si tratta di arresti nell’ambito di un’indagine preliminare, e che ulteriori esiti dipenderanno dalle perizie tecniche e dall’analisi documentale in corso.

Il governo di Hong Kong ha istituito un fondo di emergenza per sostenere le famiglie colpite e ha ordinato una serie di ispezioni straordinarie su altri complessi residenziali attualmente in ristrutturazione. Tra le ipotesi sul tavolo figura anche una revisione dei requisiti per l’uso delle impalcature in bambù, una tradizione di lunga data nell’edilizia della città, ma ora al centro di un intenso dibattito pubblico.

Nelle ultime ore, la discussione si sta allargando a un tema più ampio: la vulnerabilità del patrimonio immobiliare costruito a Hong Kong negli anni Settanta, Ottanta e Novanta. Reuters sottolinea come molti edifici datati necessitino di interventi di manutenzione complessi e costosi, spesso rimandati per problemi gestionali o finanziari dei condomìni. L’incendio di Tai Po ha evidenziato questi limiti strutturali, rilanciando il dibattito su come proteggere una popolazione sempre più anziana che vive in torri ad alta densità.

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