Le operazioni militari israeliane nella Cisgiordania occupata sono proseguite anche ieri con un’estensione del raggio d’azione e un bilancio sempre più pesante. Un giovane palestinese è stato ucciso a Qabatiya, oltre cento persone sono state arrestate nel governatorato di Tubas e decine di edifici sono stati perquisiti dalle Forze di difesa israeliane. Le attività, iniziate martedì sera, si sono concentrate nel nord della Cisgiordania, toccando Tubas, Tammun, al Aqaba e ora anche Jenin, uno dei centri simbolo della resistenza palestinese. L’esercito israeliano ha confermato che a Qabatiya un ventenne, identificato dai media palestinesi come Osama Kumail, è stato colpito a morte dopo aver lanciato un ordigno esplosivo contro i soldati dell’unità ricognitiva dei Paracadutisti. I militari non hanno riportato ferite. In parallelo, per la prima volta da mesi, elicotteri dell’aeronautica israeliana sono stati impiegati per colpire obiettivi in supporto alle truppe di terra nei Territori occupati. Almeno dieci palestinesi sono rimasti feriti nell’avanzata israeliana vicino a Tubas: quattro di loro, riferisce Wafa, sarebbero stati colpiti durante aggressioni dei militari. Nel solo governatorato di Tubas, riferisce il Palestinian Prisoners’ Club, oltre cento palestinesi sono stati arrestati dall’inizio dell’operazione. Ventisette di loro sono stati rilasciati nella notte, alcuni ancora ammanettati al momento del rientro a casa. Tra i fermati anche due giornalisti: Yazan Hamayel, corrispondente dell’emittente indipendente al Fajer TV, e Shadi Jararaa, cameraman della televisione egiziana al Ghad TV. Quest’ultimo è stato liberato ore dopo, mentre non è chiara la situazione di Hamayel. Le testimonianze raccolte dall’agenzia Wafa parlano di famiglie costrette a lasciare le abitazioni durante le perquisizioni e di scuole e negozi chiusi nelle aree interessate. Secondo il ministero della Salute palestinese, dal 7 ottobre 2023 a oggi oltre mille palestinesi sono stati uccisi in Cisgiordania da operazioni israeliane e dagli attacchi sempre più frequenti dei coloni.
Il piano di Hamas sventato secondo lo Shin Bet
Intanto lo Shin Bet ha annunciato di aver smantellato una rete legata a Hamas che avrebbe tentato di introdurre clandestinamente armi e denaro in Cisgiordania con l’aiuto di cittadini israeliani. Al centro dell’indagine c’è Ahmad Zarzur, israeliano residente in Turchia, accusato di aver sfruttato legami familiari a Kafr Qasim per costruire un sistema di contrabbando basato su trasferimenti in criptovalute dalla Turchia, convertite poi in contanti attraverso cambiavalute israeliani. Il denaro sarebbe stato destinato all’acquisto di armi nel Negev e al successivo passaggio nei Territori. Secondo l’agenzia, si tratta di un caso “grave”, con incriminazioni attese nei prossimi giorni.
Katz minaccia una nuova operazione in Libano
Sul piano politico, il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha lanciato un ultimatum senza precedenti a Hezbollah. Parlando alla Knesset, ha dichiarato che se il gruppo sciita libanese non si disarmerà “entro la fine dell’anno”, Israele “non avrà altra scelta che intervenire nuovamente con la forza in Libano”. Una minaccia che arriva mentre l’esercito intensifica le misure di sicurezza lungo il confine nord e mentre, a livello internazionale, proseguono i tentativi diplomatici per evitare un nuovo fronte di guerra.



