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Ucraina, dialogo in salita. Putin riconosce la bozza Usa ma minaccia di avanzare con la forza

Mosca parla di “processo serio” ma prepara ritorsioni all’Europa. 14.400 civili intrappolati tra i combattimenti nel Donetsk.
venerdì, 28 Novembre 2025
2 minuti di lettura

La distanza tra dichiarazioni e realtà sul terreno resta ampia. Da un lato Mosca assicura che è “in corso un processo serio” attorno al nuovo piano di pace elaborato da Stati Uniti e Ucraina. Dall’altro Vladimir Putin avverte che, se Kiev non ritirerà le truppe dalle aree del Donbass rivendicate dal Cremlino, la Russia “raggiungerà i propri obiettivi con la forza”, mentre l’esercito rivendica progressi nella zona di Pokrovsk e oltre 14 mila civili restano intrappolati nel Donetsk. Al centro del negoziato c è la bozza discussa a Ginevra tra Washington e Kiev, che Putin definisce “una base possibile per accordi futuri”. Da Kiev Mykhailo Podolyak parla di “un buon piano”, mentre Andriy Yermak annuncia che il lavoro con gli Stati Uniti proseguirà nei prossimi giorni per “non perdere slancio”. Zelensky però chiede a Ursula von der Leyen “nuove pressioni sulla Russia”, segno della scarsa fiducia nelle aperture del Cremlino. Appunto sul versante economico uno studio citato dal Guardian indica nuove sanzioni “minori” ma cruciali sui componenti chimici per lubrificanti e pneumatici militari, quasi tutti importati dalla Russia dalla Cina. Bloccarli, secondo gli esperti, indebolirebbe seriamente la macchina bellica russa, integrando le misure già prese contro le grandi compagnie petrolifere.

Putin alza le condizioni

Putin, sul piano politico, tenta di indebolire l’interlocutore definendo “illegittima” la leadership ucraina dopo la mancata convocazione di elezioni. Kiev replica richiamando la legge marziale e la necessità di difendersi dall’aggressione russa. Il Cremlino ribadisce inoltre che i combattimenti si fermeranno solo quando l’Ucraina avrà lasciato le aree chiave del fronte, in particolare la parte di Donetsk mai occupata da Mosca.

Rutte e Ue: “Russia resta minaccia”

Dalla Nato Mark Rutte plaude allo “slancio” del processo negoziale e si congratula con Trump, ma avverte che la Russia “resta una minaccia di lungo periodo” e che, indipendentemente dall’esito del piano, serviranno garanzie di sicurezza credibili per Kiev. Rutte ricorda che Mosca “non ha diritto di veto” sull’adesione alla Nato, pur ammettendo che molti alleati non sono pronti ad accogliere l’Ucraina. L’Europarlamento approva una relazione che ribadisce che “nessun territorio occupato sarà riconosciuto come russo” e critica l’ambivalenza americana, giudicata controproducente per una pace duratura.

La linea dura di Mosca

Mosca intanto alza la pressione politica e militare. Maria Zakharova definisce “inaccettabile” un ingresso dell’Ucraina nella Nato, mentre il vice ministro Grushko esclude la presenza in Ucraina della Coalizione dei Volenterosi, che “minerebbe qualsiasi accordo di pace”. Nel frattempo Emmanuel Macron prepara una visita in Cina dal 3 al 5 dicembre per chiedere a Xi Jinping di spingere Mosca verso un cessate il fuoco, mentre Guido Crosetto esclude l’invio di truppe europee e insiste sul sostegno duraturo all’esercito ucraino e sulla ricostruzione. Da parte sua la Germania aggiorna un piano segreto da 1.200 pagine per poter dispiegare fino a 800 mila soldati sul fronte orientale ed evitare qualsiasi tentazione russa di attaccare l’Alleanza.

Pokrovsk contesa, vittime a Kherson

Sul terreno la guerra continua. Mosca sostiene di avanzare nella parte settentrionale di Pokrovsk e attorno a Myrnohrad, mentre Kiev afferma di aver respinto decine di assalti e mostra mappe che indicano la città come zona contesa. Intanto nel Donetsk oltre 14mila civili restano bloccati tra le linee. A Kherson un drone russo ha sganciato un ordigno su un auto civile, uccidendo una donna di trentaquattro anni e un bambino di sei: un nuovo segnale che, nonostante le trattative, la pace resta lontana.

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